Albania, nuova legge a difesa degli emigrati
Approvato dal governo albanese il disegno di legge sull'emigrazione, che prevede molte novità, tra le quali la regolazione dei flussi in uscita dal paese, la protezione degli emigrati e la prevenzione dell'emigrazione clandestina. Previsti anche incentivi e sgravi fiscali per chi decide di rientrare in patria. In via di definizione accordi bilaterali con Grecia e Italia
di Irida Cami
Il Consiglio dei ministri di Tirana ha approvato il disegno di legge "sull'emigrazione dei cittadini albanesi per motivi di impiego" promosso dal ministro del lavoro Kosta Barka. Per la prima volta si cerca di delineare un preciso rapporto dello Stato con gli emigrati albanesi nel mondo o aspiranti tali. Il disegno legge prevede l'istituzione presso il ministero delle Pari opportunità di un Registro per gli emigrati nel quale verrà iscritto ogni cittadino albanese che emigra per motivi di lavoro e tutti gli emigrati rientrati in patria. L'obbiettivo vuole essere quello di avere dati certi sul numero degli albanesi che vivono fuori dal proprio paese e il conseguimento di una nuova politica migratoria, che prevede l'amministrazione dei flussi migratori in uscita dall'Albania, la protezione sociale ed economica degli emigrati e la prevenzione dell'emigrazione clandestina.
Per gli albanesi che aspirano a lavorare all'estero, si prevedono corsi di preparazione e aggiornamento professionale, corsi di lingua e cultura del paese di accoglienza. Prima di pubblicare le offerte di impiego per l'estero, l'App (Agenzia privata di impiego), avrà l'obbligo di sottoporle al ministero del Lavoro per verificare la loro veridicità e correttezza. Il ministero avrebbe anche già individuato le risorse necessarie per far fronte alla spesa, che costituirà una voce a sé nel bilancio dello Stato.
Il pacchetto di misure riguarda anche i cittadini albanesi che decidono di rientrare definitivamente in patria. Per loro si prevede una serie di sgravi fiscali. Si cerca di incentivare il loro rientro escludendoli dalle tasse doganali per i beni mobili e le attrezzature necessarie per il lavoro che decidono di svolgere in patria. Verranno inoltre riconosciuti i contributi versati ai fini pensionistici per loro e i loro congiunti.
Il ministro albanese del Lavoro, Kosta Barka, autore del disegno di legge, da tempo si è impegnato per il raggiungimento di accordi bilaterali con i paesi dove la presenza degli emigrati albanesi è più massiccia. Il ministro ha dichiarato che l'accordo è in via di definizione con la Grecia e l'Italia. Secondo il ministero del Lavoro in questi due paesi vivono rispettivamente 670 mila e 460 mila emigrati albanesi.
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