Immigrati: il boom delle rimesse
4,5 miliardi di euro. A tanto ammontano le rimesse spedite nel 2006 dagli immigrati presenti in Italia verso i paesi di provenienza.
Secondo i dati esposti il 10 giugno scorso dal Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, si tratta di un record assoluto. Il doppio rispetto al 2005 quando, secondo l’Ufficio italiano dei Cambi (Uic), le rimesse avevano raggiunto quota 2,5 miliardi di euro. Tanto per intenderci, il denaro confluito nel 1995 dai migranti “italiani” nel loro paese d’origine superava di poco i 100 milioni di euro.
Le comunità più prolifiche nel mandare i soldi a casa sono quella cinese e rumena (un terzo delle rimesse complessive), seguite da filippina, marocchina, senegalese e colombiana. Secondo il Dossier statistico Immigrazione pubblicato dalla Caritas nel 2006, “l’aumento è stato determinato soprattutto dalla forte dinamica delle rimesse verso l’Asia, cresciute del 37,1%, mentre si è avuta una crescita di poco superiore alla media per quelle verso l’Europa (+16,8%), un aumento più contenuto per quelle verso le Americhe (+8,3%) e una netta flessione per quelle verso l’Africa e l’Oceania”.
Detto questo, le cifre sparate da Bankitalia, Uic e Caritas vanno riviste. Marco Zupi, coordinatore del Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI), è convinto che “i dati a disposizione non prendono in considerazione l’enorme flusso di denaro che circola per vie informali, ovvero tramite quei corrieri che raccolgono i soldi di conoscenti per poi portarli fisicamente nel paese di origine. Viceversa, ho il sospetto che le cifre tratte dalle rimesse inviate attraverso canali formali sono gonfiate”.
Il motivo? “In Italia abbiamo tardato a contabilizzare il flusso delle rimesse” sostiene Zupi a Panorama.it, “sicché i dati ufficiali sono più il risultato della rintracciabilità di una massa di denaro che ci sfuggiva che non un incremento reale delle rimesse”.
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