Immigrazione, Amato: la soluzione è europea
All'Europa servono politiche comuni dell'immigrazione legale. O le sanatorie diventano inevitabili". L'affermazione del ministro dell'Interno Amato ha suscitato la reazione dell'opposizione, che accusa il governo di promuovere la clandestinità. Secca la replica del Viminale: mai proposte sanatorie. Amato ha ribadito la necessità di una riforma, ma ha bocciato la proposta di Ferrero di consentire l'ingresso per ricerca di lavoro con una "dote" di 2.000 euroda Repubblica
ROMA - "All'Europa serve una politica comune di immigrazione legale e accordi di riammissione nei paesi di origine. Servono risposte concrete, altrimenti finiscono per essere inevitabili le sanatorie alle quali abbiamo assistito in questi mesi in Europa". Parla davanti ad una platea di esperti internazionali il ministro dell'Interno Giuliano Amato, e la parola "sanatoria" rimbalza dal convegno sull'immigrazione organizzato a Milano dall'università Bocconi alle stanze della politica.
Nel giro di pochi minuti le reazioni di protesta dalla Casa delle libertà su una presunta sanatoria in arrivo si sprecano. Con Mantovano di Alleanza nazionale che accusa il governo Prodi di "avere un ministro dell'Interno promotore della clandestinità", la Lega che chiede "venga fatta rispettare la Bossi Fini" e Santelli di Forza Italia che commenta "una sanatoria sarebbe un grosso fallimento per questo governo".
Ma al Viminale precisano e ribattono netti: "È inutile che l'opposizione polemizzi, il ministro non ha alcuna intenzione di fare alcuna sanatoria in futuro in Italia. Non di questo si parlava". Il convegno con i colleghi europei era incentrato su quali risposte dare al problema dell'immigrazione clandestina. "Aumenta il girone dei dannati, cresce il numero di coloro che sono stati espulsi ma non possiamo rimandarli nei loro paesi perché hanno masticato i loro documenti e gli ordini di espulsione. Bisogna trovare soluzioni comuni", dice il ministro.
Le risposte non sono semplici né definitive per Amato, contrario alla proposta del collega alle politiche sociali Ferrero, per il quale avendo 2000 euro di "dote" si potrebbe entrare in Italia: "Mi sembra un'idea pericolosa, i criminali potrebbero dare i soldi agli immigrati per poi sfruttarli".
L'idea di fondo del ministro dell'Interno è che "l'unica via sia il coordinamento a livello europeo, collegando le politiche a sostegno dei nostri bisogni di manodopera con politiche che rispondano ai bisogni dei Paesi da dove arrivano gli immigrati". Il problema va affrontato in modo comune, insiste. "Nessun paese può farcela da solo: e lo dimostra il fatto che se la Spagna chiude la strada verso le Canarie da noi arrivano più marocchini: da tremila a ottomila a Lampedusa in un anno".
Tra le proposte quella di fare delle liste all'estero alle quali si iscrive chi vuole venire in Italia, con qualifiche e aspettative. In questo modo possiamo elasticizzare gli ingressi. "Difficile la programmazione su quanti badanti avremo bisogno tra tre anni, non posso sapere quanti anziani ne avranno bisogno perché si sono rotti un femore", commenta Amato. "Io non sono contrario a rendere la programmazione più elastica, ma i privati devono fare la loro parte, farsi carico di qualche responsabilità. Attraverso interventi economici, facendo da sponsor ai lavoratori garantendo assistenza sanitaria e salario in attesa di poter essere assunti".
(caterina pasolini)
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