Continua il silenzio, quasi totale, della stampa sulle violazioni dei diritti dei migranti in Libia e negli altri paesi di transito. Persino l’intervento di Giovanni Maria Bellu è rimasto confinato nella parte telematica di Repubblica, senza trovare spazio nel giornale, e altrettanto silenzio si registra sulla condanna dell’Italia da parte della Corte Europea dei diritti dell’uomo, per l’utilizzazione della normativa antiterrorismo in un caso di espulsione di un cittadino tunisino.
Per quanto le scelte del governo Prodi possano essere criticabile sul piano interno, e ben presto si vedranno le conseguenze del mantenimento del regime delle espulsioni e del sistema dei centri di detenzione che adesso Berlusconi promette di moltiplicare, è sul piano dei rapporti internazionali che l’operato di questo governo ha segnato un ulteriore regresso nella tutela dei diritti della persona. Si tratta di una linea continua di violazioni dei diritti della persona, sanzionata adesso anche dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ( caso Saadi/Italia), che dovrebbe fare passare in secondo piano i modesti riconoscimenti che si sono ottenuti nella attuazione delle direttive comunitarie in materia di ricongiungimento familiare, di asilo e di protezione umanitaria.
Gli accordi siglati dalla Sottosegretaria Lucidi e dal Prefetto De Gennaro, alla fine di dicembre a Tripoli, con il governo libico, hanno già avuto effetti collaterali terribili, come la legittimazione della dittatura di Gheddafi in Europa e la mutazione della composizione dei migranti che sempre più numerosi, malgrado gli accordi, continuano ad arrivare a Lampedusa ( o più spesso sono soccorsi da unità italiane nelle acque del canale di Sicilia). Sono praticamente scomparsi gli eritrei,finiti in carcere o rimpatriati, a seguito delle retate "mirate" che la polizia di Gheddafi, dopo gli accordi con l’Italia, ha condotto con particolare accanimento proprio nei confronti dei migranti in fuga dall’Eritrea.
Siamo ben consapevoli che dopo le elezioni, quale che sia il risultato la situazione potrà ancora peggiorare, e vediamo in peggioramento anche la situazione a Bruxelles, dove il commissario Frattini, in linea con Amato auspica da tempo una intesa multilaterale con la Libia. Riteniamo tutavia importante stabilire da subito quali sono le responsabilità e quali le conseguenze delle scelte del governo in materia di immigrazione ed asilo. Vogliamo dire forte quali siano le responsabilità di chi in nome della "sicurezza" ha seminato abusi di ogni genere, dentro e fuori i confini del nostro paese.
Questo potrà servire non solo a spiegare le ragioni di una sconfitta, ma anche per trovare le strategie e le alleanze necessarie per praticare una vera e propria "resistenza" a fianco dei migranti e delle associazioni indipendenti, rimettendo la "politica" in "movimento", moltiplicando le azioni legali e le battaglie dal territorio, fino alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, per contrastare l’ondata di razzismo istituzionale che, dopo la ipocrisia e l’omertà dell’attuale governo, sta per abbattersi sui migranti e su tutti noi.
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