ROMA - Si sono messi in fila di buon ora stamattina per il colloquio finale davanti all'ambasciata di Roma. Un gruppo di 43 romeni, ex insegnanti, laureati o semplici aspiranti insegnanti, selezionati dal ministero della Pubblica istruzione di Bucarest, ha affrontato l'ultima prova per poter impartire lezioni di lingua, cultura, storia e tradizione romena nelle scuole italiane.
Si tratta di corsi opzionali, destinati a tutti gli alunni di madrelingua romena, figli di immigrati, ma aperti anche agli studenti italiani. I corsi, strutturati in tre diversi livelli di studio (primario, secondario e liceale) sono stati attivati in seguito a un accordo tra il ministro italiano della Pubblica Istruzione e il suo omologo romeno. E partiranno in via sperimentale, con l'avvio dell'anno scolastico, a Roma, Torino e Padova, le città dove si concentra il maggior numero di romeni e dove le comunità sono più organizzate.
Per quanto riguarda l'Italia, oggi, 3 settembre, si è svolta la selezione dei docenti per il Lazio, presso la sede dell'Ambasciata di Romania a Roma, mentre il 5 settembre 2007, a Milano, presso il Consolato Generale di Romania, ci sarà l'esame per i concorrenti che insegneranno nel Piemonte e Veneto. I candidati devono affrontare l'esame di fronte a una commissione composta da membri del ministero romeno della Pubblica Istruzione e dell'Istituto di Lingua Romena di Bucarest. Non a caso i futuri docenti saranno pagati 25-30 euro all'ora direttamente dal ministero romeno.
In coda a Roma c'erano oggi tanti ex insegnanti in patria, che in Italia si sono dovuti arrangiare come colf o badanti. Ma in fila c'era anche qualche mamma a tempo pieno, senza esperienza di insegnamento, che vorrebbe tramettere le tradizioni romene ai bambini che forse non torneranno mai in Romania.
(3 settembre 2007)
AG
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