Commissione europea: lotta allo sfruttamento dei lavoratori
La Commissione Ue proporra’ oggi, martedì 15 maggio 2007, un progetto di direttiva che prevede sanzioni pecuniarie, amministrative e anche penali per i casi piu’ gravi di sfruttamento del lavoro nero.
”Ci potrebbero essere - hanno spiegato fonti della Commissione - provvedimenti come il rimborso della differenza fra il salario minimo legale e quello elargito in nero al lavoratore clandestino. Oppure il versamento dei contributi se l’immigrato sara’ regolarizzato. In caso contrario, sara’ il datore di lavoro a pagare anche le spese per il rimpatrio”. Il progetto di direttiva da sottoporre ai governi dei 27 era stato anticipato nel febbraio scorso dai servizi del commissario alla Giustizia, Liberta’ e Sicurezza, Franco Frattini, che e’ anche vicepresidente della Commissione. L’intento, oltre a quello di lottare contro la piaga del lavoro nero, e’ di trovare una forma di coordinamento fra le diverse legislazioni europee. Infatti, se e’ vero che resta soltanto Cipro a non punire l’impiego di lavoratori clandestini, sono 14 i paesi che prevedono sanzioni penali per chi viola questa regola. Per gli altri, misure piu’ o meno permissive, rese ancora piu’ incerte dal fatto che i ‘’sans-papiers” non possono di fatto presentare denuncia perche’ uscirebbero allo scoperto rischiando di farsi espellere. La direttiva, secondo quanto trapelato, prevederebbe invece condizioni grazie alle quali i lavoratori sfruttati in nero potranno avere convenienza a rivolgersi alle forze dell’ordine: prima fra tutte, la possibilita’ di ottenere una carta temporanea di soggiorno per il periodo della procedura contro il datore di lavoro denunciato, a patto che - una volta risarciti - accettino di rientrare nel proprio paese.
Fonte : Ansa Europa
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