«Siamo indignati per la risoluzione votata dal parlamento europeo» che stigmatizza la raccolta delle impronte digitali per i nomadi in Italia. Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, in un incontro alla Stampa Estera. «La risoluzione votata dalla sinistra del Parlamento europeo - ha spiegato Maroni - è basata su tre presupposti falsi, riconosciuti come falsi e nonostante questo posti alla base della risoluzione. Da qui la nostra indignazione».
«La prima falsità - ha spiegato - è che noi, al contrario di quanto si afferma nella risoluzione, non abbiamo mai parlato, in nessun documento, di etnia rom», ma di «campi nomadi abusivi».
«La seconda falsità - ha proseguito il ministro - è il fatto che l'Unicef si sarebbe schierata contro le misure del governo italiano. L'Unicef italiana si è invece detta disposta a collaborare, dopo che mi ha incontrato, ai piani di scolarizzazione per i minori previsti dalle nostre ordinanze. L'Unicef è al nostro fianco».
«La terza falsità si riferisce al fatto che la Commissione ha detto all'Europarlamento di non votare la risoluzione perchè c'era bisogno di ulteriori approfondimenti, e cioè il contrario di quanto affermato dal Parlamento europeo».
«Non parliamo di nomadi nelle nostre ordinanze - ha affermato - ma di campi nomadi dove vivono cittadini italiani, cittadini comunitari di varie etnie, cittadini extracomunitari. A Roma ne abbiamo censiti un centinaio e non sappiamo chi ci vive. Quindi dire rom è una volgare strumentalizzazione».
«In materia di identificazione le ordinanze non prevedono strumenti speciali rispetto a quelli previsti dalle leggi vigenti» si legge in un documento consegnato dal ministro al commissario europeo alla giustizia, sicurezza e libertà Jacques Barrot, il quale aveva espresso perplessità sulle misure del governo in merito alla raccolta dati sui nomadi, in particolare sulle impronte digitali.
«Chi vive nei campi nomadi - ha osservato Maroni - sa infatti che il censimento è un modo per dare identità e quindi diritti. Il governo italiano continuerà le operazioni di censimento che dovranno terminare entro il 15 ottobre», e già «a fine luglio ci sarà un primo report» sull'andamento della raccolta dati.
Con il censimento dei campi nomadi a Milano, Roma e Napoli, il governo italiano vuole ridare dignità alle migliaia di «bambini ombra» che vi abitano, «quelli che sono sfruttati sessualmente, quei bambini che non si vedono, che sono venduti e sfruttati da genitori che non si possono definire come tali». Il titolare del Viminale ha poi aggiunto che l'anno scorso in Italia ci sono stati 890 minori scomparsi nel nulla, di cui 672 di nazionalità straniera.
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