Cospito. Antigone: "demolito ancora un pezzo della ex Cirielli. Ora ci auguriamo il ministro rivaluti il 41-bis per l'anarchico"

cospitoLa sentenza della Corte costituzionale arrivata nella serata di oggi dà ragione alla Corte di assise d'appello di Torino che aveva sollevato questione di legittimità costituzionale dell'art. 69, quarto comma, del Codice penale, che non consente che ai recidivi vengano riconosciute circostanze attenuanti prevalenti sulle aggravanti, in modo da consentire una quantificazione della pena adeguata alla minore gravità del reato in concreto commesso. Il caso riguarda Alfredo Cospito ed un suo attentato del 2006 ad una caserma di Carabinieri nel quale nessuno rimase ucciso o ferito, reato previsto dal Codice Rocco di epoca fascista e per il quale, in assenza della possibile valutazione di circostanze attenuanti, la pena prevista è solo quella dell'ergastolo. 
In merito alla questione di costituzionalità Antigone aveva presentato un Amicus curiae a sostegno delle ragioni esposte nella ordinanza di rimessione.   

"Con la sentenza di oggi la Consulta stabilisce definitivamente che la pena deve corrispondere alla gravità del reato. Non è possibile trattare allo stesso modo casi in cui ci sono morti e casi in cui, invece, non ci sono stati neanche feriti" dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. "Passo passo - sottolinea ancora Gonnella - la legge ex Cirielli, che era obbrobrio giuridico in evidente conflitto con l'articolo 27, è stata demolita. Ci auguriamo che la rideterminazione della pena, a questo punto conseguente, porti anche il ministro della Giustizia Nordio ad una rivalutazione relativa al regime 41-bis in cui Cospito è attualmente detenuto".

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