CONFERENZA REGIONALE VOLONTARIATO GIUSTIZIA DELLE MARCHE
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Basta! Politici, amministratori, operatori del settore non perdono occasione per ribadire che occorre costruire subito un nuovo carcere da 450 posti a Camerino perché c’è sovraffollamento nelle carceri esistenti, perché l’attuale penitenziario è vecchio e fatiscente, perché Camerino è una zona economicamente in declino e la costruzione di un carcere porta occupazione.
Noi non siamo d’accordo. Come rappresentanti delle principali associazioni di volontariato che operano nelle carceri delle Marche siamo rimasti in silenzio fino ad oggi perché nessuno ha chiesto la nostra opinione e perché non è nostra abitudine esprimere censure sulle scelte politiche; ma crediamo che il volontariato non debba avere una funziona ancillare rispetto al sistema carcere, come invece evidentemente ritiene chi allontana i volontari che dicono ciò che pensano o cerca di mettere il silenziatore a chi diffonde dati obiettivi (una recente circolare ha vietato ai direttori di fornire dati ad Antigone).
L'amministrazione penitenziaria ha diramato una circolare con la quale autorizza nuovamente i direttori degli istituti penitenziari a fornire all'associazione Antigone le informazioni richieste. "Nelle settimane scorse più volte c'eravamo sentiti e incontrati con i vertici del Dap - ha dichiarato il presidente dell'associazione Antigone Patrizio Gonnella. La circolare aiuta a risolvere tutti i dubbi e gli equivoci. Si tratta di una decisione che apprezziamo e che ci consente di proseguire serenamente nel nostro lavoro di osservazione".
La decisione delle sezioni unite della Cassazione è molto importante e contribuirà a decongestionare ulteriormente il nostro sistema penitenziario. Tutti i detenuti che hanno subito gli eccessi di pena della legge Fini-Giovanardi potranno ora finalmente ottenere il ricalcolo del loro periodo di detenzione. Si tratta di varie migliaia di persone. Speriamo che ora i tempi della giustizia siano sufficientemente rapidi affinché, nel giro di qualche mese, tutti gli aventi diritto possano vedere la loro pena finalmente ridotta come deciso prima dalla Corte Costituzionale e ora dalla Corte di Cassazione.
Cartella Stampa dell'Assemblea Nazionale di Antigone "Droghe, oltre il proibizionismo"
Nella giornata dei commenti ai risultati elettorali è passata quasi inosservata la notizia che lunedì scorso un’altra persona si è tolta la vita presso il penitenziario di Ancona Montacuto (Giovanni Aireti, 64 anni, in attesa di giudizio). Quasi contemporaneamente, sempre a Montacuto, un altro detenuto, di nazionalità tunisina, è finito in ospedale in gravi condizioni per aver volontariamente ingerito della varechina e un numero imprecisato di lamette.
Le notizie arrivano nelle stesse ore in cui scade la moratoria della Corte europea, che poco più di un anno fa ha condannato per l’ennesima volta l’Italia per mancato rispetto delle norme della Convenzione europea per i diritti dell’uomo che vietano i trattamenti inumani e degradanti ed ora si appresta a valutare se i provvedimenti italiani sono sufficienti a scongiurare un'altra raffica di (centinaia) di condanne.
Il 12 maggio scorso è stato depositato presso la Procura della Repubblica di Gorizia un esposto relativo alla rivolta e agli avvenimenti accaduti nell’agosto 2013 nel Centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Gradisca d’Isonzo ed, in particolare, sulla totale assenza dei requisiti strutturali per il trattenimento di persone, oltre che la richiesta di accertamento per un possibile uso improprio della forza da parte della polizia — vedi l’utilizzo di gas lacrimogeni CS in ambienti scarsamente areati. L'esposto è stato presentato dall'associazione Tenda per la Pace e i Diritti e Melting Pot Europa, assieme alla firma di altri cittadini e politici.
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“Carlo Giovanardi quale relatore del decreto sulle droghe al Senato della Repubblica è come mettere Dracula all'Avis. Una nomina che è tragica e comica allo stesso tempo”. È questa la prima reazione di Patrizio Gonnella, presidente nazionale di Antigone, alla notizia che l'ex ministro sarà colui che condurrà l'iter legislativo del Senato sul decreto Lorenzin.
“Solo tre mesi fa – prosegue Gonnella – avevamo salutato con gioia e sollievo la decisione della Consulta di abrogare la Fini-Giovanardi, legge figlia di una cultura liberticida e repressiva che solo guasti ha portato al nostro paese in termini di mancata prevenzione e di sovraffollamento delle carceri, considerando che quasi il 40% dei detenuti è privato della libertà per aver violato la legge sulle droghe”.
La redazione del Giornale radio dal carcere di Rebibbia Nuovo complesso, in onda tutte le settimane nella trasmissione radiofonica Jailhouse Rock, ha realizzato questo spot in cui si spiega alle persone detenute come fare per poter votare.
L’iniziativa rientra nella Campagna contro la Xenofobia – Elezioni europee 2014 Quali diritti per Rom, detenuti, migranti realizzata da Antigone, Associazione 21 luglio, Lunaria in collaborazione con Asgi.
Per lo spot cliccate qui.
Comunicato stampa - Tortura, subito la legge. Dichiarazione Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone
“L’Italia è in ritardo di ben venticinque anni rispetto agli obblighi che ha assunto con le Nazioni Unite. Quasi tutte le democrazie si sono adeguate, l’Italia no. L’Italia non ha ancora il delitto di tortura nel codice penale. Tutto ciò ci pone ai margini della comunità internazionale. In autunno saremo giudicati dal Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu e questo sarà un tema decisivo.
Sulla piattaforma change.org abbiamo raccolta in meno di una settimana oltre 10 mila firme a sostegno della legge che proibisca la tortura. L’appello è stato firmato da scrittori (Camilleri, De Luca, Carlotto), da intellettuali (Eligio Resta, Luigi Ferrajoli), da politici con proprie testimonianze video (Gennaro Migliore di Sel, Laura Coccia del Pd, Federica Daga del M5S).
Il testo, approvato al Senato, ora pende alla Camera. Non è il migliore dei testi possibili. Il delitto è considerato quale un delitto generico. Speriamo comunque venga approvato subito e senza ulteriori sbandamenti o annacquamenti. Per troppo tempo vi è stata l’opposizione da parte delle forze di Polizia le quali non capiscono che la proibizione della tortura è anche una forma di tutela del lavoro delle tante persone che svolgono legalmente le funzioni di polizia”
Elezioni europee 2014 alle porte, ma tra gli aventi diritto di voto c'è qualcuno che non riuscirà a raggiungere le urne. Sono i detenuti rinchiusi nei diversi penitenziari lungo lo stivale. Ad oggi sono circa 30 mila i detenuti che hanno diritto al voto, ma tra questi soltanto uno su dieci riuscirà a esprimere la propria preferenza. A snocciolare i numeri di una complessa questione ad un mese delle elezioni è l'associazione Antigone.
Secondo i dati raccolti dalle ultime consultazioni elettorali del 24 e 25 febbraio 2013, i detenuti che votanti sono stati 3.426. Un dato che oscilla, visto che nel 2008, i votanti sono stati soltanto 1.368, ma nel 2006 erano ancora una volta il 10 per cento degli aventi diritto. Di nuovo uno su dieci. Tuttavia, dati ufficiali su quanti abbiano diritto ad esercitare il voto tra le mura carcerarie non ce ne sono "poiché il ministero della Giustizia si dichiara non depositario di tale dato".
Certi, soltanto quelli di quanti hanno avuto la possibilità di votare. E dalle ultime elezioni emerge chela Puglia è stata la regione con il maggior numero di votanti, 552 su 4.127 presenti (il 13,3 per cento), seguita dalla Sicilia, 524 su 7.111 presenti (7,3 per cento), mentre in Lombardia hanno votato in 374 su 9.222 presenti (4 per cento), nel Lazio 484 su 7.183 presenti (6,7 per cento), in Umbria hanno votato solo 25 detenuti su 1.606 presenti (1,5 per cento), meno che in Basilicata, dove su 462 presenti hanno votato 38 detenuti (8,2 per cento).
Fonte: www.improntalaquila.org
Per la campagna sul diritto al voto dei detenuti promossa da Antigone nell'ambito dell'Agenda dei Diritti Umani, promosso con Associazione 21 Luglio, Lunaria e ASGI: www.campagnaperidiritti.eu