Preserviamo una cultura costituzionale della pena. No agli educatori poliziotti.

carcere corridoioLa Commissione giustizia del Senato sta esaminando una proposta di legge, la n. 1754, che prevede trasformazione degli educatori in agenti di polizia penitenziaria. E' una vecchia idea dietro cui traspare una concezione della pena di tipo meramente contenitivo, all'opposto di quanto previsto dalla Costituzione. La riforma dell'ordinamento penitenziario del 1975 prevedeva un modello dalle figure diversificate, in cui non tutti fossero incardinati nelle logiche gerarchiche e custodiali di Polizia. Prevedeva una divisione dei ruoli per aree di competenza, oltre a posizioni paritarie tra le diverse professioni. Si è trattato di una promessa in parte mancata, anche a causa delle pressioni esercitate dal comparto sicurezza. Educatori e direttori, da allora, sono stati sotto-considerati dal punto di vista sociale, culturale ed economico. Per questo sono giuste le rivendicazioni economiche della proposta, che, sia pur senza internizzare gli educatori nel corpo di Polizia, vanno prese in considerazione. Va assicurata una piena equiparazione del trattamento economico tra il personale in divisa e quello civile. Il mestiere di educatore è usurante, presenta un alto rischio di burn-out e va maggiormente riconosciuto. Lo scarto rispetto agli agenti è inaccettabile. Non è però regredendo verso modelli puramente custodiali che si provvede a questi bisogni.

A questo link la nota che, sulla questione, abbiamo inviato alla Commissione giustizia del Senato e al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria.

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