Caso Zagaria. Antigone: "diritto alla salute e pena non contraria al senso di umanità due capisaldi della Costituzione"

Salute in carcere"Anche nel caso relativo alla concessione della detenzione domiciliare per motivi di salute a Pasquale Zagaria si sta creando un polverone strumentale e inaccettabile. La magistratura di sorveglianza deve poter svolgere il proprio lavoro in modo indipendente applicando la legge. La legge, a partire dalla nostra Costituzione, prevede che il diritto alla salute sia garantito ad ogni individuo (art. 32) e che la pena non possa consistere in trattamenti contrari al senso di umanità (art. 27). Disposizioni che valgono per tutti, senza eccezioni di sorta.
La preannunciata ispezione ministeriale sembra quasi voler disincentivare il ruolo di garanzia giurisdizionale dei magistrati e sembra voler rispondere ad un montare di prese di posizioni strumentali, di chi concepisce la pena come vendetta e pensa, in spregio al disposto della nostra Carta costituzionale, che i detenuti debbano marcire in carcere.

In queste settimane è soprattutto grazie ai giudici di sorveglianza che si sta lentamente riducendo la popolazione detenuta e di questo siamo a loro grati. È un antidoto al disastro che sempre incombe sul sistema penitenziario. Sottolineiamo, inoltre, laddove ce ne fosse bisogno, che non c'è alcun rischio di scarcerazione di massa di boss mafiosi, tanto che sempre ieri è stata negata la concessione di un provvedimento di detenzione domiciliare (che resta comunque una pena e non è un ritorno in libertà) a Nitto Santapaola. Quello che fanno i magistrati e di valutare, caso per caso, e dietro il parere di medici, la compatibilità tra lo stato di salute di un detenuto e le possibilità che le patologie vengano curate al meglio all'interno degli istituti. E, solo laddove ciò non fosse possibile, vengono disposte misure alternative.
Nel caso specifico di Pasquale Zagaria, poi, ben conosciamo e stimiamo per qualità, onestà, indipendenza, professionalità, il giudice De Vito a cui esprimiamo massima solidarietà e vicinanza. Infine crediamo che uno Stato forte non abbia paura di una persona malata, anche se mafiosa. Mai. Uno Stato forte si fida dei suoi giudici."

Queste le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone