Ucoii col premier, l'Islam diviso "Il niqab è contro la legge", La Repubblica, 18/10/06

La maggioranza della Consulta si schiera con palazzo Chigi
Critico il direttore della moschea di viale Jenner. Adel Smith: no a divieti

Ucoii col premier, l'Islam diviso
"Il niqab è contro la legge"

L'imam Pallavicini: il velo integrale viola la sensibilità naturale
L'ex ambasciatore Scialoja: l'usanza non ha alcun fondamento nel Corano

ROMA - Di veli integrali da noi se ne vedono ben pochi. Eppure le dichiarazioni di Prodi fanno storcere il naso ad alcuni esponenti dell'Islam d'Italia. "Se una donna rispetta la legge e non pone ostacoli alla sua identificazione, deve essere libera di indossare ciò che crede" sostiene Abd al-Hamid Shaari, presidente dell'istituto di cultura islamica di viale Jenner a Milano. Puntando sul principio della coerenza, replica: "Ci sono donne che vanno in giro seminude. Perché chi si copre dovrebbe subire restrizioni?".

D'accordo con il rispetto della legge, ma contrario a ogni restrizione in fatto di veli è anche Adel Smith, famoso per la sua polemica nei confronti del crocifisso in classe: "Oggi in Italia alcuni atteggiamenti molto provocatori da parte delle donne non toccano il comune senso del pudore. Ma non tutti la pensiamo in modo uguale. Perché dobbiamo porre dei vincoli alle donne che indossano il velo, se rispettano la legge?".

Davanti all'appello al senso comune fatto da Prodi, comunque, la maggioranza dei musulmani e delle musulmane in Italia si trova d'accordo. Anche l'Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia), con una dichiarazione ufficiale del suo presidente Mohammed Nur Dachan si allinea alla posizione del premier: "Il niqab è contro la legge italiana che esige la riconoscibilità di una persona. Siamo perfettamente d'accordo con quanto detto dal primo ministro. Guai però a fare tutta questa confusione tra hijab e niqab".

Il primo è il foulard che copre i capelli ma lascia scoperto il volto. Prodi nella sua intervista ha fatto riferimento solo al secondo, che vela integralmente il viso a eccezione di una fessura per gli occhi.


"Il niqab non trova alcun fondamento nella dottrina islamica" precisa Mario Scialoja, ex ambasciatore, direttore della sezione italiana della Lega Mondiale Musulmana a Roma e membro della Consulta islamica presso il Viminale.

"Neanche l'hijab viene espressamente imposto dal Corano, ma è coerente con l'invito alla modestia. Tra questo tipo di velo e la legge italiana non c'è alcun conflitto: una circolare del ministero dell'Interno lo consente anche nelle foto sul passaporto e sulla carta d'identità". E che nel nostro paese il velo che copre i capelli sia accettato senza traumi è dimostrato anche dalla storia di Manar Mohamed, 23 anni, impiegata in un Nokia Point a Reggio Emilia. "Due anni fa da un giorno all'altro sono venuta al lavoro con l'hijab. Non ho mai incontrato problemi. "Hai cambiato look?" mi ha chiesto semplicemente il mio capo".

Difficile che il niqab venga accolto con la stessa naturalezza. "Ricordo un episodio di mio figlio all'asilo" racconta Yahya Pallavicini, imam, vicepresidente del Coreis (Comunità religiosa islamica) e membro della Consulta. "Lui è un bambino musulmano, abituato a convivere con compagni di scuola di tutte le nazioni e le fedi. Eppure quando un suo amico è venuto accompagnato dalla madre con il niqab ne è rimasto molto impressionato. Il velo integrale non è solo un simbolo religioso, è qualcosa che viola la sensibilità naturale. E che tra l'altro non trova alcuna corrispondenza nelle dottrine giuridiche dell'islam".

Motivo per cui, ribadisce Pallavicini: "Bene ha fatto Prodi a esprimere una posizione chiara".
Khaled Chaouki, giornalista e membro della Consulta, ricorda come il niqab si diffonda a ondate in Italia: "E' un po' come una moda. Nel '95 raggiunse il suo apice anche tra le donne maghrebine, nei cui paesi d'origine è pressoché sconosciuto. Ora sta subendo un riflusso". Osama as-Saghir, presidente dei Giovani musulmani d'Italia, fa notare in paradosso: "Le donne dovrebbero indossare il velo in nome del principio della modestia. E invece andare in giro con il niqab qui in Italia sortisce esattamente l'effetto opposto: attira l'attenzione di tutti". (e. d.)

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