La scuola proibita, Il Manifesto, 11/10/06

La scuola proibita
Luca Fazio
Davvero, in Italia, abbiamo voglia di riparlare della centralità della scuola pubblica? Dopo aver perso tutte le sacrosante e illuminate battaglie sul piano dei principi, proviamo un po' di imbarazzo a sfoderare tutta la nostra ferma laicità giusto quando di mezzo ci sono gli arabi: in questo caso, qualche decina di bambini di religione musulmana che da un anno, a Milano, stanno cercando di studiare in una regolare scuola araba dove per due ore alla settimana si terranno anche lezioni di Corano. Per chi ancora non l'avesse capito, ci ripetiamo: a noi le scuole confessionali non piacciono, e ci piacerebbe tanto vedere i piccoli egiziani in classe con i «nostri» bambini, sempre che siano pochi, altrimenti i giornali ci raccontano che le mamme si lamentano. Ma non per questo facciamo appello al ministro Fioroni affinché metta fuori legge anche tutte le scuole pubbliche dove si insegna la religione cattolica due ore alla settimana, a partire dalle scuole materne dove il bambin Gesù viene somministrato a piccoli di 3 e 5 anni. Sarebbe anche troppo pernicioso scatenare i tecnici delle Asl per verificare se nelle scuole ebraiche funzionano tutti gli estintori o le maniglie antipanico; neppure sarebbe bello provocare un incidente diplomatico con il consolato svizzero o tedesco, che, come ha fatto quello egiziano per la scuola di via Ventura, hanno regolarmente patrocinato le loro scuole differenziate, di cui faremmo volentieri a meno. Noi, non gli svizzeri o i tedeschi.
Allora il problema vero qual è? Che siamo appena all'anno quinto dopo l'11 settembre, cioé all'anno zero della nostra decantata ragione. Con una classe politica - il comune di Milano - che per piccineria e stupido calcolo di bottega (la Lega è qui) non ha il coraggio di aprire una scuola solo perché potrebbe essere percepita come un nido per futuri terroristi. Una follia. Non ci sono altre scuse, dopo nove ispezioni sull'agibilità di una struttura che farebbe invidia a qualsiasi scuola pubblica, per non concedere autorizzazioni che sono dovute. Quanto al coraggio, non è che a sinistra ci sia qualcuno disposto a fare le barricate, forse per non correre il rischio di non saper cosa dire sull'ennesima pantomima sullo scontro di civiltà.

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