Che strano luogo è il carcere

di Stefano Anastasia

Terra, 16 agosto 2010

Consueto pellegrinaggio ferragostano in carcere. Parlamentari, consiglieri regionali e accompagnatori vedranno, ascolteranno, prometteranno. Giriamo a loro questa lettera arrivataci anonimamente da una Casa circondariale emiliana. "Che strano luogo è il carcere. Questa notte all’improvviso, senza che nessuno lo sapesse, hanno trasferito una detenuta… dove? Non è dato sapere. Qui c’è un orario per tutto, come nella vita normale, ma con un grande differenza: tutto viene imposto per obbligo. Tra un po’ ci sarà anche un orario per respirare. Qui è tutto disumanizzato. Qui tutti devono pagare il loro errore, e lo fanno, statene certi! Qui si paga! Che strano luogo è il carcere. Se stai male il medico arriva… quando avrà tempo! Tra un’ora, un giorno, una settimana, ma non ti preoccupare: alla più brutta… muori! Non è mica colpa del carcere se le cose vanno così… è la società! Che strano luogo è il carcere. Noi siamo fantasmi della società: ci siamo e siamo in tanti, quasi tutti giovanissimi, con tutta la possibilità di essere reinseriti, ma questo non succede quasi mai.

Che strano luogo è il carcere. Oggi la mia concellina e io cantavamo. È vero, forse ci siamo fatte prendere un po’ la mano… sembravamo quasi felici, e infatti dopo un po’ è arrivata l’agente che ci ha chiesto: “tutto bene? Qualcosa che non va?”. Insomma: se piangi non va bene perché sei depressa, se ridi non va bene perché sembri scema, se canti ti ricordano che questo non è un luogo adatto al canto! Sembra assurdo, ma spesso qui si ride, e sono risate di disperazione, risate isteriche! Perché qui non è difficile impazzire, anzi lo siamo già: un giorno ci amiamo e il giorno dopo ci scanniamo per una sigaretta.
Molte di noi siamo madri, la maggioranza di bambini di 4-6-8 anni. Famiglie distrutte. Ho visto bambini venire a trovare in carcere le loro madri “perdute”, che hanno “sbagliato” per mantenere i loro figli. Ma non potrebbero pagare agli arresti, dove potrebbero crescere insieme ai loro figli? Forse così si risolverebbe anche il problema del sovraffollamento nei carceri, o no?
Che strano luogo è il carcere. Vediamo spesso lo spot a favore dei cani, dei gatti, del WWF … Giustissimo! Ma perché non ho mai visto uno spot a favore dei carcerati? Non sia mai! Noi siamo reietti. Tutti sanno che ci siamo, ma nessuno vuol sentirne parlare. Fanno “tutto un erba e un fascio”: se sono in galera vuol dire che me lo merito, anzi è poco! Ci vorrebbe la pena di morte, dice qualcuno.
Se poi hai l’ulteriore sfortuna di trovarti in carcere durante il periodo estivo e di non essere stato ancora giudicato, allora auguri! Loro vanno in vacanza e allora, già che è lentissima, la giustizia si blocca e da fantasma diventa il nulla assoluto. … W l’Italia!”.

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