Milano, 30 giugno 2008

Legge Gozzini: il carcere aperto alla speranza

Lunedì, 30 giugno alle ore 20,45
Sala B. Buozzi - Camera del Lavoro Metropolitana di Milano
Corso di Porta Vittoria 43 - Milano

Apertura dei lavori: Licia Roselli

Intervengono:
Francesco Maisto, Magistrato
Luigi Pagano, Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Lombardia
Valerio Onida, Presidente emerito della Corte Costituzionale
Luca Massari, Caritas Ambrosiana e Presidente Conferenza Regionale Volontariato Giustizia
Don Gino Rigoldi, Cappellano IPM Beccaria
Giuliano Pisapia, Avvocato già Presidente della Commissione per la riforma del Codice Penale
Ornella Favero, Ristretti Orizzonti di Padova
Giorgio Bertazzini, Garante dei diritti delle persone limitate nella libertà - Provincia di Milano
Barbara Campagna, Educatrice e Delegata Funzione Pubblica CGIL
Interventi dal pubblico
Conclusioni: Fulvia Colombini, Segreteria della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano

Aderiscono all’iniziativa:
Osservatorio Carcere e Territorio di Milano
Comitato Carcere e Territorio di Monza e Brianza
Comitato Carcere e Territorio di Vigevano
Comitato Carcere e Territorio di Pavia
Associazione Loscarcere di Lodi
Progetto Ekotonos di San Vittore

Sono stati invitati esponenti delle Amministrazioni Locali e i Parlamentari milanesi

Legge Gozzini: il carcere aperto alla speranza
La Legge Gozzini ha contribuito a dare corpo ai principi rieducativi e risocializzanti che la Costituzione – limpidamente esigente – pone alla base della pena, aprendo il carcere a concreti percorsi di speranza e di responsabilizzazione. Una legge non da cancellare – come oggi da alcune parti si chiede – ma da applicare e migliorare nei suoi dispositivi tecnici, consapevoli che si tratta di un patrimonio di cultura civile da salvaguardare e potenziare, non ultimo per i suoi effetti di forte contrasto alla recidiva. Il senso di umanità verso i condannati – leggiamo nell’appello di Ristretti Orizzonti – anche quelli col fine pena mai, è una garanzia per tutti: certo lo è per noi che stiamo in carcere, e per i nostri familiari, che spesso sono le nostre prime vittime, ma lo è anche per i cittadini per bene, perché vivere in una società che sa riaccogliere è una scuola di umanità, di equilibrio e di serenità che, alla lunga, costituisce una garanzia di maggiore sicurezza per tutti. Ricordiamo alcune parole del 1996 dello stesso Mario Gozzini (La giustizia in galera): il carcere non è un contenitore di rifiuti da tenere il più lontano possibile perché manda cattivo odore, ma una parte della società di cui siamo tutti corresponsabili. Da ciò la necessità di educare a questa corresponsabilità, a prendere coscienza che il ripensamento di tutto il nostro sistema penale sanzionatorio è una delle esigenze più urgenti per l’Italia d’oggi e che questa esigenza non può
essere interamente scaricata su Parlamento e Governo…