Ancora morte nel Mediterraneo, meltingpot.org, 02/09/07

Ancora morte nel Mediterraneo

Nuova emergenza nel sud est della Sicilia. Perchè cambiano le rotte?

L’ultimo naufragio al largo di Porto Palo, a 15 miglia dall’Isola delle Correnti, con un morto accertato e tre dispersi, dimostra, ancora una volta, come le rotte migratorie si modifichino per sfuggire ai controlli imposti dalle politiche europee. Il problema è che i viaggi diventano sempre più impervi e rischiosi, mentre vicende come quella dei sette pescatori tunisini arrestati ad Agrigento, sembrano risolversi in un lugubre monito: lasciateli morire in mare, o sarà peggio per voi.

Si osserva in queste ultime settimane come l’emergenza sbarchi non sia più Lampedusa, ma la parte sud orientale della Sicilia (Pozzallo, Porto Palo, Siracusa) con un costo sempre più elevato in termini di vite umane. Lo spostamento delle rotte verso la Sicilia sud-orientale, oltre a comportare un maggior numero di morti, non potrà che aggravare la situazione successiva agli sbarchi, anche perchè i sopravvissuti arrivano in condizioni tremende per la maggiore lunghezza delle traversate.
Mentre a Lampedusa si è aperto un gigantesco centro di accoglienza, in realtà un nuovo centro di detenzione, una nuova emergenza si sta verificando nella Sicilia sud-orientale.
Questa situazione nuova sta determinando una grave crisi alloggiativa dopo gli sbarchi, perchè non si trovano più posti nei centri di accoglienza ed alcune strutture, come il centro di detenzione di Cassibile, continuano a funzionare oltre i limiti della legge.

Probabilmente i maggiori controlli nel Canale di Sicilia dal nord-ovest della Libia (Zuwara) a Lampedusa, controlli ai quali adesso sembra partecipare direttamente anche la Tunisia in base agli accordi stipulati da tempo con l’Italia, hanno spostato le rotte più a oriente e dalla Libia si punta direttamente verso la Sicilia attraverso le acque maltesi. Su questa rotta si può contare sull’atteggiamento di indifferenza, anche rispetto alle chiamate di soccorso, delle autorità maltesi che, al massimo affiancano le carrette del mare per passare alcuni salvagenti e qualche bottiglia d’acqua, lasciando poi queste imbarcazioni libere di proseguire verso la Sicilia.

Se i migranti sono portati a Malta li attendono anni di detenzione amministrativa ed il diniego del diritto di asilo, se proseguono hanno alte probabilità di morire annegati. Ecco altri risultati perversi del regolamento Dublino II, e delle operazioni di pattugliamento congiunto, nel quadro delle iniziative dell’agenzia Europea Frontex, o, più semplicemente, nell’ambito dei vecchi, ma ancora funzionanti, accordi di riammissione, tra Italia e Tunisia.

Per evitare che altre vite umane si perdano nelle acque del Mediterraneo occorre superare al più presto la Convenzione di Dublino, applicare gli obblighi di salvataggio previsti dal diritto internazionale del mare, smetterla con la incriminazione dei pescatori che compiono operazioni di salvataggio, abrogare le leggi ed i regolamenti nazionali che confondono le competenze negli interventi di salvataggio e criminalizzano qualunque caso di ingresso clandestino.
Occorre finalmente una normativa sul diritto di asilo e sulla protezione umanitaria uniforme in tutta Europa e con clausole umanitarie che ne consentano una applicazione elastica.
Occorre soprattutto che l’Italia abroghi la legge Bossi Fini e si doti di una disciplina organica del diritto di asilo e della protezione umanitaria.

Occorre un sistema di accoglienza che sia realmente in grado di rispondere alle esigenze di migliaia di persone fortemente traumatizzate e vittime di abusi e violenze durante il loro viaggio nei paesi di transito.
Per salvare le vite umane dei migranti che rischiano di annegare nei prossimi mesi occorre revocare gli accordi di riammissione già stipulati con la Tunisia, rimettendo al primo posto l’obbligo di salvare la vita umana a mare, riconoscendo un accesso effettivo alla procedura di asilo e depenalizzando tutte le attività di soccorso svolte dai pescatori o dalle navi commerciali.

di Fulvio Vassallo Paleologo, Palermo
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