L'Istat: gli immigrati il 4,5% della popolazione, Metropoli, 02/05/07

L'Istat: gli immigrati il 4,5% della popolazione

La popolazione straniera che risiede in Italia è in aumento e sfiora le 2.700.000 unità. Lo dicono i dati Istat più recenti. Gli immigrati rappresentano il 4,5% della popolazione; una percentuale che in Umbria sale al 6,8%. Sempre in Umbria più di un minore su dieci non è italiano.Quella straniera è una popolazione piuttosto giovane, con un'età media di 30,8 anni contro quella della popolazione italiana che è di 43,2 anni

ROMA - Aumenta la popolazione straniera che
risiede in Italia, anche se l'incremento è leggermente diminuito rispetto agli anni passati: lo rivela l'Istat nelle sue stime relative al 1 gennaio 2006, pubblicate sul sito.
A quella data, gli stranieri residenti sono 2.670.514, di cui 1.350.588 maschi e 1.319.926 femmine. Rispetto all'anno precedente, gli iscritti in anagrafe aumentano dell'11,2%, un incremento che, seppur consistente, è inferiore sia a quello registrato tra il 1 gennaio 2004 e il 1 gennaio 2005 (+20,7%) sia a quello intercorso tra il 1 gennaio 2003 e il 1 gennaio 2004 (+28,4%). Complessivamente, nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2003 e il 1 gennaio 2006 il numero di stranieri residenti è aumentato del 72%. Gli stranieri costituiscono il 4,5% della popolazione residente complessiva, mentre al 1 gennaio 2003, 2004 e 2005 essi costituivano, rispettivamente, il 2,7%, il 3,4% e il 4,1%. L'incidenza degli stranieri residenti è dunque aumentata dell'1,8% nel periodo 2003-2006.
Quella straniera è una popolazione piuttosto giovane, con un'età media di 30,8 anni contro quella della popolazione italiana che è di 43,2 anni. Oltre un cittadino residente straniero su due ha un età compresa tra i 18 ed i 39 anni (50,8%); oltre uno su cinque è minorenne (22%).
Come conseguenza del fenomeno migratorio, è aumentata soprattutto la popolazione straniera in età da lavoro: dal 1 gennaio 2003 al 1 gennaio 2006, gli adulti di età compresa tra i 18 e i 39 anni crescono di oltre 550 mila unità (+68%); gli adulti di 40-64 anni di 323 mila unità (+93%). Nel medesimo periodo, grazie all'effetto combinato dei ricongiungimenti familiari e delle nascite, i minorenni aumentano di 234 mila unità (+66%). Da notare inoltre un incremento rilevante per gli stranieri ultrasessantacinquenni, che sono circa 13 mila (+31%), costituiti in parte da persone entrate in Italia in età già avanzata e provenienti anche da paesi a sviluppo avanzato.
La popolazione straniera è in maggioranza di genere maschile (50,6% uomini, 49,4% donne) e risiede soprattutto nel Nord-ovest e nel Nord-est, rispettivamente con il 36,6% e il 27,4% degli stranieri, seguite dal Centro con il 24%, dal Sud con l 8,6%, e dalle Isole con appena il 3,5%. In rapporto alla popolazione residente in complesso, l'incidenza della popolazione straniera è più elevata nel Nord-est (6,6%) e nel Nord-ovest (6,3%), seguite dal Centro (5,7%). Nel Sud e nelle isole la quota di stranieri è molto inferiore (1,6% e 1,4%). A livello regionale, le incidenze di stranieri più forti si riscontrano al Nord in Lombardia (7%), Emilia-Romagna (6,9%) e Veneto (6,8%), e al Centro in Umbria (6,8%). Le regioni con la più bassa incidenza sono la Sardegna e la Basilicata, con appena l'1,1%.
Mediamente, gli stranieri residenti nel Nord sono più giovani di quelli che vivono nelle altre parti del territorio: ne risulta che proprio nelle realtà caratterizzate da un maggiore invecchiamento della popolazione, gli stranieri costituiscono una parte rilevante dei residenti in età da lavoro. Come ulteriore conseguenza, al Nord la stabilizzazione della presenza straniera comporta una maggiore incidenza di minorenni: in Emilia-Romagna, Lombardia e Umbria oltre un minore su 10 è straniero.
(ANSA).

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