Trasforma il tuo 5x1000 in uno strumento di tutela dei diritti umani
Leggi il nostro rapporto
Scarica la nostra guida

«Rom, non nomadi Campi da chiudere», Il Manifesto, 06/01/07

«Rom, non nomadi Campi da chiudere»
Alexian Spinelli, docente all'Università di Trieste di origini rom: «Solo uno su cinque in Italia vive in un campo, sfatiamo lo stereotipo dello zingaro che ruba» Gli incidenti di questi giorni non casuali ma frutto di un clima. E ci sono associazioni che speculano sui campi
Paolo Andruccioli
«Duecento morti rom in un anno in tutta l'Europa. Questo bilancio non è stato il frutto di un caso. Gli incidenti possono essere dolosi o non dolosi, ma è certo che sono il risultato di una segregazione razziale. Per ribaltare la situazione gravissima in cui vivono centinaia di rom si dovrebbero chiudere tutti i campi e cominciare a cancellare i troppi luoghi comuni che circolano». Si chiama Alexian Santino Spinelli. Non è un sociologo e non ha alcuna intenzione di scivolare sul pietismo o sulla falsa rappresentazione dominante che vede il rom come un povero che chiede l'elemosina o magari ruba, uno «zingaro», un eterno nomade senza radici che rifiuterebbe la civiltà occidentale e l'integrazione. Alexian vuole invece ribaltare tutti gli stereotipi e spiegare all'opinione pubblica italiana chi sono davvero i rom, qual è la loro cultura, quali sono le radici storiche della loro musica, che piace solo se viene importata dai Balcani e diventa così, qualche volta, una moda. Cominciamo quindi il nostro colloquio con Alexian partendo proprio dalla musica, che è la sua vera passione. Alexian Santino Spinelli è infatti prima di tutto un musicista, grande virtuoso della fisarmonica, compositore, poeta, docente di Lingua e Cultura Romanì all'Università di Trieste, due lauree, una in Lingue e Letterature straniere moderne all'Università di Bologna e una in Musicologia, sempre all'Università di Bologna.
Come mai dici che la musica rom non è apprezzata, quando ci sono esempi recenti contrari come nel caso di Goran Bregovic?
Io non dico che la nostra musica non piace e che non viene apprezzata dagli italiani. Faccio un discorso un po' più articolato. La musica rom è come il jazz. Quando la suonavano i neri in Africa non era considerata una vera musica. Poi l'hanno cominciata a suonare negli Stati Uniti ed è diventata una grande moda. Così per la nostra musica. Viene considerata solo come fenomeno folcloristico, quando si abbina alla crisi dei Balcani. Non si raccontano però le radici storiche della nostra cultura musicale. Ti faccio solo due esempi per capirci. Il pianoforte è stato inventato da un italiano. Ma niente si inventa dal niente. Così il pianoforte è uno sviluppo di uno strumento precedente, il clavicembalo. E il clavicembalo, a sua volta, è una derivazione del cymbalom, che era uno strumento della musica rom. Clavicembalo significa d'altra parte: tastiera del cymbalom. La stessa cosa si può dire dell'oboe, strumento che è stato molto importante nella storia della musica europea. Ebbene l'oboe deriva dalla zurna, strumento simile alla ciaramella e che era un antico strumento rom. Ancora oggi si producono zurne a Skopie. Ma lo stesso discorso sulle «radici» si potrebbe fare citando decine di grandi compositori europei che si sono ispirati e hanno utilizzato e rilanciato la nostra musica. Ma non ci sono solo i grandi compositori, c'è anche da ricordare l'influenza diretta che la cultura e la musica rom hanno avuto in varie parti d'Europa. Voglio solo ricordare il flamenco spagnolo, l'arte del violino in Ungheria (con un inno ispirato alla musica rom), la musica della Macedonia e perfino la russa Oci ciornie.
I rom continuano però a dare fastidio. Sui media spesso vengono ricordati solo quando si tratta di lanciare allarmi. Ora sembra che con l'ingresso della Romania in Europa si sia scatenata una nuova campagna contro l'«invasione». Perché succede tutto ciò?
Esiste una discriminazione contro di noi che ha profonde radici culturali. Da sempre i rom sono un popolo perseguitato come lo sono stati gli ebrei. Ma per gli ebrei, dopo l'Olocausto che ha sconvolto l'opinione pubblica civile, qualcosa per loro è cambiato. Invece contro di noi rom vengono usati ancora pregiudizi ormai molto radicati, come quello del nomadismo. Ma noi non siamo nomadi. Se vuoi un esempio di un vero popolo nomade, posso citare i berberi. Noi siamo solo degli immigrati costretti a fuggire. Siamo dovuti scappare da tanti paesi perché ci perseguitavano. E oggi trionfano i pregiudizi. Per rendersene conto basta pensare che in Italia solo il 20% dei rom vive nei cosiddetti campi nomadi. Tutti gli altri vivono in case normali, hanno lavori normali, sono spesso professionisti o gente inserita nel mondo artistico. E poi io inviterei a riflettere anche sul concetto, sulla parola «campi nomadi». In realtà sono luoghi di segregazione. Campi-nomadi sono due parole dense di contenuti visto che campo ricorda molto i lager nazisti, mentre nomadi continua ad attribuirci una caratteristica che non è nostra. Non vorrei neppure essere troppo maligno, ma gli incidenti che sono successi in questi giorni secondo me non sono casuali. Non dico che sono stati necessariamente dolosi. Dico però che sono il frutto di una situazione, di un clima che si è determinato. E purtroppo devo anche constatare che sono in pochi quelli che fanno davvero una battaglia per chiuderli. Ci sono infatti anche organizzazioni nel campo del volontariato (o meglio organizzazioni di pseudovolontari) che hanno interesse a mantenerli aperti, perché ci sono di mezzo i finanziamenti pubblici.
Che cosa si dovrebbe fare dunque? Può esistere una buona politica a favore dei rom?
La prima cosa che si dovrebbe fare è l'opposto di quello che si discute in questi giorni sui giornali a proposito di muri, barriere, nuove segregazioni, allarmi da invasione. Bisognerebbe cioè chiudere i campi e creare le condizioni per una reale alternativa di vita per tutte queste persone che oggi vivono, in questi campi, in condizioni disumane, degradanti. Tutti quelli che arrivano in Italia dai vari paesi di provenienza vivevano in case normali, facevano una vita normale. Non si capisce perché poi devono essere inchiodati alla loro condizione di nomadi coatti. L'altro piano delle azioni positive che si possono mettere in campo riguarda la cultura. Bisogna smetterla con i luoghi comuni. E io propongo di non utilizzare più la parola «zingaro» quando si parla dei rom. Purtroppo è un fatto normale e anche in un recente documentario trasmesso su Rai 2 si è continuato a fare l'abbinamento tra rom e zingaro. E' come se degli italiani si dicesse che sono mafiosi. Poi bisogna valorizzare la nostra cultura per dare la possibilità all'opinione pubblica di conoscerci veramente. Non è colpa della gente se cresce l'odio. La responsabilità è di chi diffonde luoghi comuni sbagliati. Io temo però che si possano sviluppare reazioni al contrario molto negative.

  • 1
  • 2
  • 3
Prev Next

Guide al rilascio. Informazioni importanti per chi è a fine …

Guide al rilascio. Informazioni importanti per chi è a fine pena

ll momento del fine pena rappresenta per molte persone una fase di grande smarrimento, soprattutto per chi non ha una rete di riferimento all'esterno. Per aiutare ad orientarsi una volta fuori...

Presunte torture nel carcere di Foggia. Antigone: "si a…

Presunte torture nel carcere di Foggia. Antigone: "si accertino le responsabilità. Clima preoccupante in molte carceri"

"Si accertino le eventuali responsabilità rispetto a quanto sarebbe accaduto nel carcere di Foggia dove dieci agenti penitenziari sono accusati di tortura per le violenze contro due persone detenute. Si...

Suicidi in carcere. Antigone: "tre in poche ore: un 26e…

Suicidi in carcere. Antigone: "tre in poche ore: un 26enne a Pavia, un 20enne a Teramo e un 33enne a Secondigliano. Il totale è di 23 da inizio anno"

Continua a crescere il numero dei suicidi nelle carceri italiane. Gli ultimi tre sono avvenuti a distanza di poche ore nel carcere di Pavia e in quello di Teramo. Il...

Donne in carcere: presentazione dell'ultimo numero della riv…

Donne in carcere: presentazione dell'ultimo numero della rivista "Antigone"

Il prossimo 12 marzo, a Roma, presso la Casa Internazionale delle Donne, presenteremo il volume "L’esecuzione penale delle donne: temi, ricerche, prospettive", curato da Costanza Agnella e Susanna Marietti. Interamente consultabile...

Una delegazione di Antigone dal Presidente della Repubblica

Una delegazione di Antigone dal Presidente della Repubblica

Ieri una delegazione di Antigone, guidata dal Presidente dell'Associazione Patrizio Gonnella, è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A lui va il nostro ringraziamento per le parole e...

È Online il calendario dei colloqui di selezione per il prog…

È Online il calendario dei colloqui di selezione per il progetto bando SCU 2023

È Online il calendario dei colloqui di selezione per il progetto bando SCU 2023 "La tutela dei diritti delle persone private della libertà 2024". I colloqui di selezione si terranno i...

Nordio cede sulla tortura e inventa «modifiche tecniche»

Nordio cede sulla tortura e inventa «modifiche tecniche»

«Il governo è al lavoro per modificare il reato di tortura adeguandolo ai requisiti previsti dalla convenzione di New York». Sono queste le parole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio...

“Oltre il limite”. Il report 2023 sulle carceri marchigiane

“Oltre il limite”. Il report 2023 sulle carceri marchigiane

“Oltre il limite”. E' questo il titolo del Report 2023 di Antigone Marche che è stato presentato oggi a Jesi durante un Convegno sulla condizione delle carceri marchigiane. Il documento...

Non possiamo tacere, non vogliamo restare inerti

Non possiamo tacere, non vogliamo restare inerti

Un comunicato che abbiamo inviato insieme a Magistratura Democratica e Unione Camere Penali Italiane Ormai non è in gioco solo la dignità dei detenuti, si tratta di preservare la loro stessa...

Carceri minorili. Il rapporto di Antigone: "rischio che…

Carceri minorili. Il rapporto di Antigone: "rischio che la giustizia minorile perda i ragazzi per strada"

"Il modello della giustizia minorile in Italia, fin dal 1988, data in cui entrò in vigore un procedimento penale specifico per i minorenni, è sempre stato un vanto per il...

A Roma, il 20 febbraio, presentiamo il 7° rapporto sulla giu…

A Roma, il 20 febbraio, presentiamo il 7° rapporto sulla giustizia minorile: Prospettive minori

Il prossimo 20 febbraio, alle ore 10.00, presso il Roma Scout Center (Largo dello Scautismo, 1), Antigone presenta "Prospettive minori", 7° Rapporto sulla giustizia minorile in Italia.  La giustizia penale minorile...

Carceri. Antigone: "il sistema penitenziario rischia di…

Carceri. Antigone: "il sistema penitenziario rischia di trovarsi in emergenza in pochi mesi. Si prendano provvedimenti"

"Il sistema penitenziario italiano si avvicina a passi da gigante a livelli di sovraffollamento che configurerebbero un trattamento inumano e degradante generalizzato delle persone detenute. Bisogna prendere provvedimenti e prenderli...

Ungheria: carceri sovraffollate e abuso della contenzione fi…

Ungheria: carceri sovraffollate e abuso della contenzione fisica

Nove anni dopo che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Ungheria per aver violato il divieto di trattamenti inumani e degradanti a causa delle sue condizioni carcerarie, i...

Riportare Ilaria Salis in Italia. Subito

Riportare Ilaria Salis in Italia. Subito

di Patrizio Gonnella su il manifesto del 30/01/2024 L’arretramento dello Stato di diritto ungherese è da ieri sotto gli occhi di tutti. E a tutti è sbattuto in faccia con quelle...

Sentenza storica della Consulta: si alla sessualità in carce…

Sentenza storica della Consulta: si alla sessualità in carcere. Antigone era nel procedimento

  La Corte Costituzionale ha detto sì alla affettività e alla sessualità in carcere, dichiarando illegittimo l'articolo 18 dell'ordinamento Penitenziario che, in materia di colloqui visivi, imponeva il controllo a vista. La...

Carceri fatiscenti, sovraffollamento e condizioni degradate …

Carceri fatiscenti, sovraffollamento e condizioni degradate di vita per detenuti e personale. La fotografia che ci lascia il 2023

Carceri fatiscenti, sovraffollamento e condizioni degradate di vita per detenuti e personale. La fotografia che lascia il 2023  "Lanciamo oggi l'allarme sul sistema penitenziario italiano, prima che si arrivi a...

Diecimila detenuti in più dopo un anno di frenesia punitiva

Diecimila detenuti in più dopo un anno di frenesia punitiva

di Patrizio Gonnella su il manifesto del 28 dicembre 2023 C’è un numero che caratterizza il 2023 penitenziario: 10.000. Sono almeno 10 mila le persone detenute in più rispetto alla capienza...

Apertura bando Servizio Civile Universale

Apertura bando Servizio Civile Universale

È ufficialmente aperto il bando Servizio Civile Universale per la selezione di operatori volontari! Scopri il nostro progetto “La tutela dei diritti delle persone private della libertà 2024”, che vede la coprogettazione...

Visualizza tutte le news presenti in archivio

Iscriviti alla newsletter
Acconsento al trattamento dei miei dati personali

Rapporto Antigone

Rapporto Annuale

Dona il 5x1000
AntigoneCinquePerMille

Sostieni Antigone
con una donazione