Religioni, nasce
la Consulta giovani
E' nata la Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale. Istituita dai ministri Melandri e Amato, è stata creata per "favorire politiche d'integrazione e prevenire conflitti sociali e religiosi". Ne fanno parte 15 giovani di età compresa tra 20 e 30, appartenenti a diverse confessioni religiose. I non italiani sono tre: due di religione musulmana e una ragazza romena, ortodossa. La prima riunione si terrà a fine gennaiodi Vladimiro Polchi
ROMA - Pensare una via italiana alla convivenza, "per favorire politiche d'integrazione e prevenire conflitti sociali e religiosi". Con questo ambizioso obiettivo nasce la Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale, istituita dai ministri per le Politiche Giovanili e l'Interno, Giovanna Melandri e Giuliano Amato.
Il nuovo organismo è composto da 15 giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni, appartenenti a differenti confessioni religiose: cattolici, valdesi, battisti, metodisti, avventisti del VII giorno, ebrei, musulmani, ortodossi, Soka Gakkai.
Le religioni, sostiene il ministro dell'Interno Giuliano Amato, sono “fondamentali per tenere insieme la società, perché sono, per vocazione, alla ricerca del bene comune. Si parla di Pacs e di pensioni, ma questo è il vero tema politico in un momento in cui le religioni sono usate troppo spesso non come fattore di integrazione, ma di divisione. Una Consulta costituita da giovani – afferma Amato - senza i pregiudizi che caratterizzano gli adulti, sarà utile per sciogliere la contraddizione tra il grande potenziale unificante delle religioni e una realtà in cui la divisione viene spesso costruita in nome di Dio”.
I componenti della Consulta “non giocheranno con il Lego: al contrario – spiega il coordinatore dell'organismo consultivo, Francesco Spano (29 anni) – elaboreranno proposte concrete”. I membri sono: Marta Arkerdar, Gianluca Budano, Rossana Caglia, Deborah Cesana, Paolo Ciani, Francesco Santangelo, Saverio Scuccimarri, Fabrizio Mihai Tognetti, Ilaria Valenzi, Ilaria Vellani e Tobia Zevi. I “non italiani” sono solo tre: il tunisino Osama Al Saghir, la marocchina Fatima Habib Eddine (musulmani) e la romena Marieta Balauca (ortodossa). La prima riunione è fissata per fine mese. “Stiamo pensando a una due giorni – racconta Spano a Metropoli – per far conoscere tra loro i vari membri e iniziare nel modo migliore i lavori”.
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