Permessi, a Milano mercato nero dei kit
Può costare fino a 500 euro, alla Stazione Centrale di Milano, un modulo per chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno. Questo perché i nuovi "kit", distribuiti gratuitamente dagli uffici postali dall'11 dicembre, sono ormai introvabili. Le Poste assicurano che le nuove buste a lettura ottica saranno disponibili al più presto. Ma chi ha urgenza di presentare domanda si rivolge al mercato nero e arriva a pagare per un modulo da 200 a 500 euro da Repubblica Milano
MILANO - Cinquecento euro da pagare per un permesso di soggiorno. Anzi, per un modulo che permette il rinnovo a chi il permesso lo ha già, come un lavoro regolare. È il mercato nero che sta dilagando alla Stazione Centrale di Milano da un mese, da quando l´11 dicembre scorso i moduli messi a disposizione degli immigrati negli uffici postali sono spariti nel giro di poche ore. Qualche furbo ne ha fatto incetta e adesso li sta rivendendo, taglieggiando gli extracomunitari, disperati perché se il permesso non viene rinnovato rischiano di essere licenziati, di non poter rinnovare la patente, di non avere la tessera sanitaria.
“Ormai siamo all'emergenza - dice senza mezzi termini Maurizio Crippa, dello sportello stranieri della Cgil - perché chi non paga viene in massa da noi, nella speranza che abbiamo questo famigerato kit. Risultato, ogni giorno abbiamo tra le 2 e le 300 persone che affollano i nostri uffici alla ricerca di qualcosa che non possono avere qui”.
L'11 dicembre, primo giorno in cui si poteva ritirare il kit per richiedere il rinnovo o il rilascio del permesso di soggiorno, gli uffici postali sono stati letteralmente presi d'assalto. Da allora i moduli, spiega Crippa, sono "arrivati a singhiozzo" e ora sono praticamente introvabili. Dal canto loro, le Poste spiegano che l'esaurimento così rapido delle scorte è stato dovuto soprattutto alle forti richieste anche da parte di chi sperava che si trattasse di una sanatoria.
In più, chi il modulo è riuscito ad averlo va comunque dai patronati per farsi assistere nella compilazione (guai a fare un errore in una pratica così fondamentale) cosa che naturalmente rallenta tutto ancora di più. "Abbiamo 7 addetti, bravissimi, ma devono fare i miracoli ogni giorno". E Graziella Carneri, responsabile degli immigrati della Camera del Lavoro, aggiunge: "Le Poste promettono che a giorni avranno di nuovo i moduli. Ma è quello che continuano a promettere da metà dicembre. L´unica soluzione è affidare tutte queste pratiche ai Comuni".
La situazione è simile anche negli altri sindacati. Maurizio Bove, responsabile stranieri della Cisl di Milano, ammette: «I nostri uffici hanno già appuntamenti fissati per tutto febbraio. D´altronde, più di 60 persone a settimana non riusciamo ad assistere".
Intanto il mercato nero prolifera intorno alla Stazione Centrale. Chi l'11 dicembre scorso aveva fatto la fila davanti alle Poste ora finisce per pagare profumatamente quei pochi fogli da compilare e che, introvabili da giorni, arrivano a valere anche 500 euro. E' stata proprio la carenza di materia prima a creare il nuovo traffico illegale. Nel quale cadono gli stranieri che hanno urgenza di fare domanda, magari perché devono lasciare il paese o firmare un contratto e hanno bisogno della 'striscetta', come viene chiamata la ricevuta di consegna della domanda.
Si è ripetuta, in sostanza, la stessa storia del kit dell'ultimo decreto flussi. Qualcuno ha fatto il furbo e, approfittando della calca e di una distribuzione forzatamente a maglie larghe, ha fatto incetta uscendo dagli uffici con un numero superiore di buste, diventate merce preziosa. A vendere il kit, all'esterno della stazione, sono "i russi", sostantivo generico che, in Centrale, a Milano, indica ucraini, moldavi, lettoni e russi veri e propri. Si ritrovano nei giardinetti al centro di piazza Luigi di Savoia, dove fino a ieri si assoldavano le badanti e dove oggi si vende la modulistica al prezzo di 2-500 euro a seconda, per così dire, dell'urgenza.
Il sistema avrebbe le ore contate, dato che i moduli sono in procinto di essere nuovamente distribuiti. Intanto, però, diversi stranieri sono caduti nella rete. Alcuni sono anche andati a protestare agli sportelli dell'Ufficio immigrazione.
(Luigi Bolognini)
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