DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MADRID - L' immigrazione clandestina non è una questione nazionale ma è un problema di tutta l' Europa da affrontare con una politica comune che richiede una mobilitazione collettiva degli Stati membri della Ue. Una sostanziale unità di vedute è emersa dall' incontro, definito «amichevole», fra il presidente del Consiglio Romano Prodi e il capo del governo spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero a proposito dei molti problemi sul tappeto, a cominciare proprio dall' immigrazione. Italia e Spagna si trovano in prima fila a fronteggiare l' afflusso degli immigrati che, imbarcati su carrette del mare, approdano quasi ogni giorno sulle loro coste. Ma i clandestini, una volta entrati, si distribuiscono nel continente. Serve quindi una risposta compatta da parte della Ue. La questione dell' immigrazione, ha detto Prodi, «è quella che ha preso più tempo nel mio colloquio con Zapatero». E non è una sorpresa. Sia per il governo di Madrid (il 76% degli spagnoli lo accusano di improvvisare sul tema) sia per quello italiano, la questione è calda e verrà affrontata al vertice informale di Lahti in Finlandia il 20 ottobre e nel prossimo Consiglio europeo in dicembre. I due Paesi chiedono alla Ue risorse economiche per lottare contro l' immigrazione clandestina, controllare le frontiere e cooperare con i Paesi di origine e transito dei clandestini. «Bisogna agire con determinazione - ha dichiarato Zapatero - con la convinzione che i risultati sono molto più positivi per i nostri cittadini quando in politica estera siamo uniti, come in Libano». Prodi ha sottolineato la comunanza di interessi fra i due Paesi, che sono il terzo partner commerciale l' uno dell' altro con ampie prospettive di crescita. Bisogna lavorare, ha affermato, per «riposizionarsi a livello strategico dentro il continente europeo». Si è avuta l' impressione che i due capi di governo abbiano cominciato a porre le basi di un asse Roma-Madrid che possa funzionare da contrappeso al potere del blocco dei Paesi del Nordeuropea, abbastanza sordi, per esempio, verso la necessità di una politica comune sull' immigrazione o altri versanti. Esiste inoltre, da parte dell' Italia, la volontà di seguire l' esempio spagnolo in settori come le infrastrutture. In una recente intervista a «Le Monde» Prodi aveva parlato della Spagna, «un Paese che era sprovvisto di infrastrutture» e che «si è trasformato in un Paese ultramoderno grazie ai fondi europei». Ha commentato «El Economista» in un editoriale: «Un' alleanza più stretta sarebbe un bene per entrambi: la Spagna deve apprendere dall' Italia come migliorare la marca-Paese, come vendere le sue regioni, il suo vino, il suo design e anche il suo olio di oliva. Da parte sua l' Italia dovrebbe apprendere dalla Spagna l' efficienza delle banche e del governo, la burocrazia più snella, come facciamo i treni ad alta velocità e il modo in cui utilizziamo gli aiuti della Ue». L' Italia però deve muoversi più rapidamente. A un' Italia "ferma", che la Spagna raggiungerà, prevede Zapatero, entro il 2010 come reddito pro capite, si è riferito ieri Prodi, dinanzi ad una platea di imprenditori spagnoli. «Il programma del mio governo- ha detto - è impedire che l' Italia stia ferma. Sarà una bella gara. Spero quindi che Zapatero non abbia ragione». I DOSSIER 1Immigrazione, intesa Roma-Madrid Fra Prodi e Luis Zapatero, sintonia sulla immigrazione. Se ne parlerà al vertice Ue di venerdì a Lahti 2 Libano, il modello della missione Ue *** «Quando l' Europa è unita, come per la missione in Libano, i risultati sono positivi», dice Zapatero. 3 La politica comune per il Mediterraneo *** Spagna e Italia sono d' accordo per rafforzare i rapporti dell' Ue con la sponda Sud del Mediterraneo Vignolo Mino
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