Svizzera: norme più dure su ingressi e asilo
Gli effetti del referendum: porte quasi chiuse per le persone provenienti da Paesi extraeuropei
GINEVRA - Gli svizzeri hanno approvato con quasi il 70% di voti favorevoli due nuove leggi che inaspriscono in modo significativo le norme sul diritto d'asilo e l'immigrazione. Volute dal governo per rendere meno "attraente" agli occhi degli stranieri il ricco Paese alpino e "combattere gli abusi", le leggi erano state contestate dalla sinistra che ha invocato "la tradizione umanitaria" della Confederazione e promosso i referendum celebrati ieri.
L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha immediatamente espresso rammarico per il risultato: la Svizzera - ha detto un portavoce - ha approvato una delle legislazioni sull'asilo più severe in Europa, mentre riceve attualmente il numero di domande d'asilo più basso dal 1987 (10 mila nel 2005).
Adottata dal governo e dal parlamento elvetici (maggioranza di destra) l'anno scorso, la nuova legge sull'asilo è stata approvata dal 67,8% dei votanti. Secondo il governo, la nuova legislazione mira "a porre fine agli abusi del diritto d'asilo e a risolvere i problemi legati al rimpatrio dei richiedenti respinti". Il ministro per la Giustizia e la Polizia, Christoph Blocher (in quota all'Udc, un partito di destra populista) ha commentato a Berna l'esito del voto sottolineando che non si tratta di una vittoria personale, ma di un "momento importante, che porta chiarezza". Negli ultimi mesi, Blocher aveva spiegato che grazie all'inasprimento della legge sull'asilo la Svizzera sarebbe diventata un Paese meno interessante per gli immigrati clandestini, i lavoratori in nero e i delinquenti. Secondo il ministro, le nuove norme avrebbero comunque garantito protezione alle persone perseguitate.
Unhcr e promotori del referendum contro la nuova legge temono che non sarà così. Particolarmente criticata è la disposizione che autorizza le autorità a respingere una richiesta d'asilo se il rifugiato non esibisce entro 48 ore un documento di identità. Secondo l'agenzia dell'Onu, è spesso impossibile per le persone in fuga disporre di tali documenti. Le nuove norme - sottolinea Unhcr - riducono inoltre l'assistenza sociale, che non sarà più fornita ai richiedenti respinti che devono lasciare la Svizzera. Le leggi approvate consentiranno inoltre l'arresto del candidato all'asilo che, dopo il rifiuto delle autorità elvetiche di accogliere la sua richiesta, si oppone al rimpatrio. Sarà possibile la sua detenzione cautelativa in vista del rimpatrio per un periodo di due anni. A Ginevra, le nuove disposizioni sono passate di misura con il 51,3% dei consensi. Sul fronte opposto il cantone di Svitto, che ha appoggiato in modo deciso l'inasprimento delle norme votando "sì" in otto casi su dieci. In Ticino i voti favorevoli sono stati invece il 66,4%.
Simili i risultati per la legge sull'immigrazione. Approvata con il 68% di "sì", mira a migliorare l'integrazione degli stranieri (circa il 20% della popolazione) e a semplificare alcune procedure. Ma soprattutto chiude quasi completamente le porte della ricca Svizzera alle persone provenienti da Paesi extraeuropei. Per loro l'immigrazione sarà possibile solo se lavoratori qualificati e richiesti dal mercato del lavoro elvetico.
Il presidente dell'Udc Ueli Maurer si è detto stasera "soddisfatto" perché i problemi legati all'immigrazione sarebbero stati presi sul serio. Soddisfatti anche i partiti dei ceti medi, secondo i quali la Svizzera dispone ora di una nuova politica migratoria che punta sul lavoro qualificato e l'integrazione. Unico partito di governo a essersi opposto alle due leggi, i socialisti hanno ammesso la sconfitta. Adesso - hanno sottolineato - spetta all'esecutivo rispettare le molteplici promesse sull'applicazione "umana" delle nuove norme.
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