Il prossimo 12 marzo, a Roma, presso la Casa Internazionale delle Donne, presenteremo il volume "L’esecuzione penale delle donne: temi, ricerche, prospettive", curato da Costanza Agnella e Susanna Marietti. Interamente consultabile...
Ieri una delegazione di Antigone, guidata dal Presidente dell'Associazione Patrizio Gonnella, è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A lui va il nostro ringraziamento per le parole e...
È Online il calendario dei colloqui di selezione per il progetto bando SCU 2023 "La tutela dei diritti delle persone private della libertà 2024". I colloqui di selezione si terranno i...
«Il governo è al lavoro per modificare il reato di tortura adeguandolo ai requisiti previsti dalla convenzione di New York». Sono queste le parole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio...
“Oltre il limite”. E' questo il titolo del Report 2023 di Antigone Marche che è stato presentato oggi a Jesi durante un Convegno sulla condizione delle carceri marchigiane. Il documento...
Un comunicato che abbiamo inviato insieme a Magistratura Democratica e Unione Camere Penali Italiane Ormai non è in gioco solo la dignità dei detenuti, si tratta di preservare la loro stessa...
"Il modello della giustizia minorile in Italia, fin dal 1988, data in cui entrò in vigore un procedimento penale specifico per i minorenni, è sempre stato un vanto per il...
Il prossimo 20 febbraio, alle ore 10.00, presso il Roma Scout Center (Largo dello Scautismo, 1), Antigone presenta "Prospettive minori", 7° Rapporto sulla giustizia minorile in Italia. La giustizia penale minorile...
"Il sistema penitenziario italiano si avvicina a passi da gigante a livelli di sovraffollamento che configurerebbero un trattamento inumano e degradante generalizzato delle persone detenute. Bisogna prendere provvedimenti e prenderli...
Nove anni dopo che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Ungheria per aver violato il divieto di trattamenti inumani e degradanti a causa delle sue condizioni carcerarie, i...
di Patrizio Gonnella su il manifesto del 30/01/2024 L’arretramento dello Stato di diritto ungherese è da ieri sotto gli occhi di tutti. E a tutti è sbattuto in faccia con quelle...
La Corte Costituzionale ha detto sì alla affettività e alla sessualità in carcere, dichiarando illegittimo l'articolo 18 dell'ordinamento Penitenziario che, in materia di colloqui visivi, imponeva il controllo a vista. La...
Carceri fatiscenti, sovraffollamento e condizioni degradate di vita per detenuti e personale. La fotografia che lascia il 2023 "Lanciamo oggi l'allarme sul sistema penitenziario italiano, prima che si arrivi a...
di Patrizio Gonnella su il manifesto del 28 dicembre 2023 C’è un numero che caratterizza il 2023 penitenziario: 10.000. Sono almeno 10 mila le persone detenute in più rispetto alla capienza...
È ufficialmente aperto il bando Servizio Civile Universale per la selezione di operatori volontari! Scopri il nostro progetto “La tutela dei diritti delle persone private della libertà 2024”, che vede la coprogettazione...
di Patrizio Gonnella su il manifesto del 16 dicembre 2023 Ogni cinque giorni si ammazza un detenuto nelle carceri d’Italia. Un elenco tragico che ho deciso di riportare qua di seguito...
Appello alle forze parlamentari contro il disegno di legge recante disposizioni in materia di sicurezza pubblica, tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario. Le sottoscritte...
1. No al recente pacchetto sicurezza del Governo che semplifica tragicamente la nostra società attraverso un inutile e ingiusto inasprimento del modello di repressione penale e carceraria. La sicurezza è...
Quei 119 spariti dalla Polonia e adesso scomparsi in Puglia
di GIULIANO FOSCHINI e LORENZA PLEUTERI
BARI - Pawel è in posa. Storte, a riempirgli la faccia, due lenti da secchione. Quella di Leszek , invece, sembra una foto segnaletica. Teresa in una altra istantanea abbraccia la figlia, forse la nipote: è un giorno di festa, porta i capelli con la piega appena fatta, un giro di perle, un vestito rosso. Pawel, Leszek e Teresa sono cittadini polacchi. Le loro facce e i loro nomi da venerdì sono sul sito Internet della polizia polacca, insieme a quelle di 116 connazionali. Non sono latitanti. Non sono delinquenti. Sono scomparsi. Centodiciannove donne e uomini che dal 2000 al 2006 hanno lasciato la fame e la miseria delle regioni del sud della Polonia, sono sbarcati in Italia per fare i braccianti o le badanti e sono spariti. Inghiottiti dal nulla. Ora, con l'appello e con le schede on line, li cercano gli investigatori della policja di Varsavia, i parenti, gli amici, i diplomatici. In Puglia, soprattutto. Provincia di Foggia, tavoliere, terra di pomodori e di caporali.
È lì, in particolare, che gli uomini e le donne polacche, reclutati in patria con annunci trappola, erano stati indirizzati da agenzie e intermediari con promesse di un lavoro decente e di guadagni sicuri. È lì, ed è più di una ipotesi, che molti di loro sono finiti a vivere da schiavi. Umiliati. Picchiati selvaggiamente. Torturati. E forse anche uccisi o lasciati morire. La Direzione distrettuale antimafia e i carabinieri del Ros di Bari, chiusa a luglio una prima inchiesta su sfruttati e sfruttatori, in questi giorni stanno indagando su quindici morti "anomale": quattordici polacchi e un lituano trovati senza vita - strangolati, bruciati, investiti, affogati - all'interno del triangolo del pomodoro rosso, lo stesso che sembra aver inghiottito i desaparecidos.
"Le proprie famiglie non hanno cancellato i ricerchi" scrive in un italiano tenero e stentato la polizia polacca, parlando di Piotr, Ilona, Ewa, Zoltan, Bogumila, Pawel e via elencando. "Chiunque sappia il luogo del loro presente soggiorno, viene pregato di informare la questura più vicina". Alla questura di Foggia, dove per mesi le denunce di scomparsa hanno preso polvere, così come nelle piccole caserme dei carabinieri di provincia, si sono finalmente messi al lavoro: la Mobile ha cominciato un controllo incrociato tra la lista pubblicata su Internet, le banche dati, le informazioni contenute in operazioni di servizio. Ma non è semplice cercare gli invisibili.
Lo sanno anche a Varsavia. Dove, per fermare una strage ufficialmente senza morti e per non dover aggiornare continuamente il sito, i detective hanno cominciato a lavorare anche sulla prevenzione. Sulla home page, prima delle foto dei desaparecidos, c'è il vademecum per non diventare schiavi in quella terra promessa chiamata Italia: non trattare con gli sconosciuti che si offrono come intermediari; non fidarsi degli annunci pubblicati sui giornali da privati; rivolgersi soltanto alle agenzie di collocamento riconosciute e chiedere sempre l'indirizzo e il numero di telefono del datore di lavoro; esigere sempre da lui un contratto scritto e soprattutto accettare soltanto impieghi legali, con contratti scritti. E ancora: portare e nascondersi addosso un minimo di soldi per essere in grado di fuggire e di tornare a casa, se le cose si dovessero mettere al peggio.
Le croci polacche piantate nella Spoon river del Tavoliere sono già troppe. Cesar, scappato dalla fame, in Puglia c'è venuto a morire. Così Dariusz, Lezek, Czeslaw. E Slamovit, classe '61, bracciante per forza, come quasi tutti gli altri. Lo trovarono bruciato, il 2 luglio 2005, dentro l'ex macello di Stornara. I carabinieri dissero che era morto per caso, un incidente, aggredito dalle fiamme appiccate dai contadini per bruciare stoppie all'esterno del vecchio edificio. Ma il passaporto poggiato sul suo corpo, carbonizzato, devastato dalle fiamme, era integro, intatto.
E scenari inquietanti sono emersi anche dalle intercettazioni dell'operazione chiusa a luglio. Un caporale dell'Est specializzato in braccianti polacchi, arrabbiato perché due dei suoi schiavi erano riusciti a scappare, al telefono annunciava alla fidanzata: "Andrò in campagna. Non gli permetterò di comportarsi così. Ho detto che oggi ne ammazzo uno o due come esempio. Sono andato dal padrone. Mi ha riferito che due se ne sono andati con degli zaini. Ho preso in prestito due coltelli. Li ho sempre nella mano. Due coltelli, carini. Vado e ne ammazzo almeno due in campagna. Io oggi devo fare ordine in campagna".