ROMA - L'Italia è pronta a riaprire le sue porte: migliaia di lavoratori extracomunitari potranno a breve mettersi in regola. Riparte, infatti, la "lotteria delle quote": subito dopo l'estate verrà approvato l'atteso decreto flussi 2008. I posti in palio? 170mila. Un modo per rispondere alle oltre 740mila domande d'assunzioni già presentate nel corso dell'anno e solo in minima parte accolte (finora poco più di 61mila).
Con il decreto flussi si fissano annualmente le "quote" di extracomunitari, che possono entrare in Italia per motivi di lavoro subordinato o autonomo.
In realtà, come sanno bene tutti gli immigrati, il decreto è da anni (in mancanza di sanatorie) l'unica chance per uscire dalla clandestinità e mettersi in regola. L'iter però non è semplice, né privo di rischi: si fa domanda d'assunzione, si rientra nelle quote, si esce dal Paese col nulla osta e si rientra con un visto d'ingresso. Insomma, esci clandestino, rientri regolare. Sempre che, attraversando le frontiere, non ti venga consegnato un foglio d'espulsione.
Il "trucco" però riesce a pochi. Basta vedere come sono andate le cose col decreto 2007: 170mila i posti messi in palio, oltre un terzo per colf e badanti (nel 2006 le quote erano state ben di più: 470mila) La novità del 2007? Domande solo on line. Una valanga: le richieste d'assunzione presentate sono state oltre 740mila (di cui 475mila per lavoro domestico e d'assistenza alla persona). E che fine ha fatto questa montagna di pratiche?
Al primo agosto di quest'anno, solo 61.493 fortunati hanno ritirato il nulla osta all'assunzione, mentre quasi 8mila hanno avuto risposta negativa dalle questure. Il Viminale si è infatti trovato a dover gestire una mole di lavoro eccezionale e - va detto - ha fatto il possibile per accelerare i lavori di smaltimento delle domande. Il vero intoppo, in questa fase, sembrano essere le direzioni provinciali del lavoro, che infatti hanno "cestinato" oltre 27mila pratiche.
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