Oltre 1.400 iracheni dei quali il governo di Londra ha respinto la richiesta di asilo politico dovranno rimpatriare per non fronteggiare la miseria in Gran Bretagna, visto che Downing Street ritiene il loro Paese sufficientemente sicuro per il loro ritorno. Lo rivelano documenti del ministero degli Interni di Londra che il Guardian ha potuto leggere.
Agli iracheni coinvolti verrà detto che a meno che non sottoscrivano un programma di ritorno volontario in Iraq entro tre settimane, rischiano di rimanere senza un tetto e perdere il supporto dello stato. Sarà inoltre chiesto loro di firmare una deroga in cui accettano che il governo non assuma responsabilità per quello che accadrà a loro o alle loro famiglie una volta rientrati in territorio iracheno.
La decisione del ministro degli Interni, Jacqui Smith, di dichiarare sicuro il rimpatrio in Iraq dei richiedenti asilo politico arriva dopo che più di 78 persone sono state uccise nelle violenze nel Paese degli ultimi quattro giorni. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha sottolineato che la sua politica è che il ritorno dei richiedenti asilo nel centro e nel sud dell’Iraq, oltre che per alcune parti del nord, non sia consigliabile per il perdurare del conflitto. L’Unhcr ha aggiunto che la decisione rivelata dal Guardian è un esempio scioccante della politica del governo di strumentalizzare la miseria per costringere le persone ad abbandonare il Paese.
La lettera della Borders and Immigration Agency (Bia) chiarisce che ora il ministro degli Interni considera che i viaggi in Iraq dal Regno Unito sono "sia possibili sia ragionevoli".
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