Rifugiati, a Roma apre un maxi-centro
Sorgerà a Roma, in zona Casalotti, il primo "centro polifuzionale" per l'accoglienza di richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione umanitaria. La struttura, nata da un accordo fra Comune e Viminale, potrà ospitare 400 persone, singoli o famiglie; offrirà corsi di formazione e un aiuto nella ricerca del lavoro. L'inaugurazione avverrà il primo ottobre, e già si pensa a creare strutture analoghe in città come Venezia e Milano. Forse venerdì in Consiglio dei ministri i due decreti legislativi sul diritto d'asilodi Chiara Righetti
ROMA - Sorgerà a Roma nord, zona Casalotti, il primo centro polifunzionale d'Italia per richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione umanitaria. L'accordo per l'istituzione del centro, che sarà inaugurato il primo ottobre, è stato firmato questa mattina al ministero dell'Interno dal Ministro Giuliano Amato e il sindaco di Roma Walter Veltroni.
Il centro, unico nel suo genere, nasce dalla collaborazione fra il ministero dell'Interno (che pagherà l'affitto dei locali, ma curerà anche gli aspetti di accoglienza) e il Comune di Roma. Si tratta di una struttura vasta, in mezzo al verde, ricavata da un ex convento di padri Comboniani lungo via Boccea, e sarà in grado di ospitare circa 400 persone.
Il centro, ha spiegato Marcella Lucidi, sottosegretario all'Interno con delega all'immigrazione, non sostituisce ma affianca il lavoro già svolto dallo Sprar (il sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), gestito dall'Anci e finanziato annualmente dal Viminale. Lo Sprar ha numerose strutture di accoglienza in un centinaio di città italiane, dove nel solo 2006 sono state ospitate 5.347 persone fra rifugiati, richiedenti asilo e titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari (che viene rilasciato a chi, pur non avendo i requisiti per ottenere l'asilo, correrebbe un grave rischio per la propria incolumità se tornasse nel Paese d'origine).
Quello creato oggi a Roma sarà un centro diverso, anzitutto per le dimensioni, e il primo di una serie da realizzare nelle grandi città che (anche per la presenza di aeroporti internazionali) sono più esposte di altri all'emergenza arrivi dei richiedenti asilo. Oltre a Roma si pensa a Venezia e Milano, dove sono già partiti i primi contatti con il Comune.
Il centro di Casalotti potrà ospitare sia singoli che famiglie e offrirà tre tipi di servizio:
1) prima accoglienza
2) formazione professionale e interdisciplinare, finalizzata al lavoro
3) ospitalità temporanea a persone in cerca di alloggio.
Nell'area residenziale potranno alloggiare temporaneamente persone in cerca di lavoro, o magari già occupate ma non ancora economicamente indipendenti. L'offerta sarà differenziata sulla base delle richieste emerse nel corso di un primo colloquio. Chi lo desidera potrà poi partecipare ai corsi di formazione professionale.
Ma il centro avrà numerosi servizi rivolti anche a persone non residenti, cioè potenzialmente a tutti i rifugiati accolti nell'area del Comune di Roma che si calcola siano circa duemila, originari soprattutto del Corno d'Africa (nel 2006, le richieste di asilo presentate alla commissione territoriale di Roma sono state 1.009). Ci saranno corsi di lingua, assistenza psicologica e medica, orientamento abitativo, lavorativo e legale. Oltre a laboratori multimediali, una sala computer, una biblioteca multilingue e luoghi di culto per le diverse religioni presenti. Presso il centro ci sarà una postazione di polizia municipale.
Si tratta, ha detto Amato presentando il progetto, di "una questione di civiltà": chi arriva dall'Eritrea o dal Corno d'Africa in fuga dalla guerra "ha diritto di trovare in Italia ciò che i padri della mia generazione hanno trovato in Francia o in Inghilterra quando sono stati costretti ad abbandonare la loro patria e trasferirsi altrove senza sapere come mantenersi".
Ma la novità più importante per la tutela dei rifugiati – ha annunciato lo stesso Amato - sarà l'approvazione in consiglio dei ministri di due schemi di decreti legislativi che potrebbe avvenire già venerdì prossimo. I decreti recepiscono due direttive comunitarie che riguardano rispettivamente la definizione dello status di rifugiato e la procedura di riconoscimento di questo status. "Questo ci permetterà – ha concluso Amato - di avere in tempi abbastanza rapidi buona parte di quella disciplina dell'asilo che la nostra costituzione richiede".
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