Comunitari, Milano dà il via ai controlli
E' partita ieri a Milano la "linea dura" nei confronti dei cittadini europei senza mezzi annunciata dal vicesindaco Riccardo De Corato. D'ora in poi, i cittadini dell'Unione fermati dalle forze di polizia dovranno mostrare, oltre al documento d'identità, il contratto di lavoro e l'assicurazione sanitaria, per non rischiare l'allontanamento dal territorio comunale. E' quanto prevede il Decreto legislativo 30, in vigore dall'11 aprile scorso: i comunitari possono soggiornare più di tre mesi solo se hanno mezzi sufficienti per mantenersi
MILANO – E' iniziata ieri a Milano la linea dura contro "accattoni, senza dimora e lavavetri”. Da adesso in poi, infatti, oltre al documento d'identità, i cittadini comunitari dovranno favorire anche il contratto di lavoro e il libretto sanitario, pena l'allontanamento dal Comune secondo quanto stabilito da una direttiva comunitaria (n. 38 del 2004, ndr) recepita in Italia dal decreto legislativo 30/2007 entrato in vigore lo scorso 11 aprile. E al capoluogo lombardo spetta il primato di essere il primo Comune a prendere questo tipo di provvedimenti.
"Dopo i controlli – ha spiegato Riccardo De Corato, vicesindaco e assessore alla Sicurezza - le persone fermate verranno invitate a recarsi all'ufficio anagrafe, dove dovranno dichiarare le proprie generalità, residenza, attività lavorativa e la disponibilità di risorse economiche. Alla scadenza dei 90 giorni, se non saranno rispettate le condizioni previste si perderà il diritto di soggiorno, con conseguente espulsione".
La procedura per espellere cittadini comunitari dunque è piuttosto complessa e i primi a incappare nei controlli saranno proprio i mendicanti. Dopo di loro toccherà a chi abita nei campi nomadi. “Per rendere più efficace il sistema dei controlli – ha aggiunto il vicesindaco – Milano ha intenzione di predisporre una banca dati che sarà messa a disposizione delle polizie locali di tutti i Comuni della Provincia”. Non ci saranno però pattuglie dedicate esclusivamente all'applicazione della direttiva Ue, fanno sapere dal Comando di piazza Beccaria, sede della Polizia municipale: "I vigili hanno ricevuto le nuove disposizioni. E le applicheranno nell'ambito dei controlli che già vengono effettuati ogni giorno".
"Le norme ci sono e vanno applicate, ma non possono valere solo per i rom", commenta Bruno Nascimbene, docente di Diritto dell'Unione europea all'università statale di Milano e membro del direttivo dell'Asgi, l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione. "Questi stessi requisiti – aggiunge Nascimbene - devono essere chiesti anche a cittadini tedeschi, francesi, maltesi e lituani che restano in Italia per un periodo superiore ai tre mesi".
A livello giuridico poi, i provvedimenti di allontanamento sono competenza del prefetto e non del Comune. "Al sindaco – spiega Nascimbene - spetta solo il compito di identificare le persone e accertare se siano in possesso o meno dei requisiti richiesti". E la normativa europea non prevede neppure un trattamento specifico per i rom, principali destinatari dei provvedimenti presi dal Comune di Milano. "Si rischia di confondere i piani, e poi tra i rom ci sono anche cittadini italiani e contro di loro non vale nessun decreto di allontanamento".
(Redattore Sociale)
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