Sì alla commissione sulle donne migranti
La commissione Affari costituzionali del Senato ha dato il via libera al disegno di legge per creare una Commissione parlamentare d'inchiesta sulla condizione delle donne immigrate. L'idea nasce dalla fusione di due disegni di legge, uno di centrodestra e uno di centrosinistra. La commissione, con 20 deputati e altrettanti senatori, dovrà accertare "le reali condizioni di vita in famiglia e sul lavoro", ma anche "il rispetto dei diritti fondamentali delle persone" e la capacità d'intervento delle pubbliche amministrazioni
ROMA - Donne immigrate in Italia che, troppo spesso, subiscono discriminazioni o sfruttamento e anche abusi fra le mura di casa. Donne che sono una componente sempre più importante dell'immigrazione, perché negli ultimi anni la loro presenza è cresciuta in odo costante fino ad eguagliare la quella maschile. Un fenomeno da analizzare e da studiare anche con una Commissione parlamentare che ieri ha avuto il primo via libera in Senato.
La commissione Affari costituzionali, infatti, ha approvato il testo unificato di due proposte di legge presentate rispettivamente dalla senatrice dell'ulivo Silvana Amati e dal senatore di An Alfredo Mantovano. La commissione sarà composta da venti senatori e altrettanti deputati che avranno il compito, ad esempio, di far emergere "le reali condizioni di vita quotidiane all'interno dei nuclei familiari, nei luoghi di lavoro e nelle formazioni sociali", ma anche di accertare "il grado di rispetto dei diritti fondamentali delle persone" e la capacità di intervento delle amministrazioni pubbliche.
"Per influsso dei nuovi arrivi – ha spiegato la senatrice Amati nella relazione introduttiva - la popolazione immigrata ha assunto una connotazione sempre più frequentemente femminile. Se nel 1991 le donne immigrate erano 361.000 (il 42% dei soggiornanti regolari), nel 2002 la presenza femminile è raddoppiata (726.000). Oggi, su una popolazione complessiva regolare di 2.786.340 persone a fine 2004, le donne sono circa 1.344.000. E non è escluso che presto eguaglino o superino la componente maschile".
"La cronaca quotidiana – ha aggiunto Mantovano - informa con crescente drammaticità di violenze consumate sul territorio italiano all'interno di nuclei familiari o di comunità di origine extracomunitaria, strumentalizzando ispirazioni pseudo-religiose o riproponendo costumi disumani, lontani dalla nostra tradizione e in contrasto con i princìpi fondamentali della costituzione, prima ancora che con la legge penale". E' perciò, secondo l'esponente di An, "necessario che il Parlamento affronti con una commissione apposita un lavoro di indagine e di ricostruzione della vicenda, per capire se il quadro normativo è adeguato, ma soprattutto quali interventi amministrativi vanno intensificati per circoscrivere le anomalie e realizzare un'effettiva integrazione".
La relatrice Alberti Casellati di Forza Italia ha sottolineato che per lo svolgimento dell'indagine gli interlocutori privilegiati saranno le associazioni dei migranti. Alberti Casellati ha poi replicato ad una critica della senatrice Gaggio Giuliani di Rifondazione sulla limitazione dell'inchiesta solo alle donne extracomunitarie, visto che i fenomeni di violenza riguardano anche e soprattutto le italiane.
Per Sinisi (Ulivo) l'approfondimento va fatto soprattutto nei confronti delle immigrate perché queste sono in posizione di maggiore debolezza, mentre le italiane possono utilizzare meglio le tutele garantite dalla legge. In mancanza di una specifica Commissione - ha concluso Alberti Caellati - si delegherebbe ancora una volta solo alla magistratura il compito di accertare fenomeni di violenza sulle immigrate.
(DIRE)
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