No alle regolarizzazioni generalizzate
concordano il Ministro dell’Interno Amato ed il collega francese Brice Hortefeux nell’incontro al Viminale
Cooperazione con i Paesi di origine del flusso migratorio, impulso agli accordi di riammissione e regole d'ingaggio per Frontex le conclusioni del colloquio
“Siamo contrari alle regolarizzazioni generalizzate e siamo interessati a contrastare l'immigrazione irregolare anche con mezzi innovativi di verifica degli accessi alle frontiere”: ha sostenuto il Ministro dell’Interno Amato nella conferenza stampa seguita all’incontro con il ministro francese dell'immigrazione, integrazione ed identità nazionale, Brice Hortefeux.
“Intendiamo lavorare insieme – ha proseguito Amato - anche per i rimpatri, laddove essi siano resi possibili da adeguati accordi di riammissione che non si pongano in contrasto con il rispetto di diritti umani nei Paesi d'origine".
“La collaborazione e il coordinamento tra paesi europei - ha spiegato - specie tra vicini come Francia e Italia, sono parte essenziale di una politica che contrasti con efficacia l'immigrazione clandestina e sia nello stesso tempo efficace per l'integrazione e l'inserimento degli immigrati regolari”.
Il Ministro dell'Interno ha ricordato, inoltre, il ruolo fondamentale svolto proprio da Francia e Italia in seno a Frontex, l'Agenzia europea per il controllo delle frontiere: Francia e Italia sono le due colonne su cui Frontex si regge; la Francia è il primo contributore di navi, aerei e altri mezzi, l'Italia il secondo.
"Nel prossimo Consiglio dei ministri dell'Interno dell'Unione europea ci preoccuperemo di definire le regole di ingaggio dei mezzi di Frontex”, ha dichiarato il Ministro ricordando alcune recenti operazioni svolte nel Mediterraneo. “Non devono essere considerate frutto di improvvisazione: si tratta di un’esperienza giunta solo al secondo anno, è naturale che le regole vengano fissate mano a mano che si vanno definendo i problemi".
“Ho scelto l'Italia per il mio appuntamento da ministro proprio perché tra i nostri due paesi vi sono legami storici e linguistici, ma anche problemi comuni come quelli legati all'immigrazione”, ha spiegato il ministro Hortefeux, “vogliamo costruire un patto europeo per l'immigrazione". Hortefeux ha sottolineato, inoltre, la necessità di un segnale "forte e implacabile" contro i trafficanti di esseri umani: "Occorre mandare un segnale forte anche ai Paesi del Maghreb e dell'Africa e aiutarli per impedire nel futuro questi massicci esodi”. “Dobbiamo aiutare i paesi africani in modo che le persone non siano costrette ad emigrare: dunque fare progetti per lo sviluppo dei paesi di origine dei flussi migratori''.
Hortefeux si recherà oggi a Lampedusa in visita al centro di accoglienza accompagnato dal Sottosegretario all'Interno Marcella Lucidi e dal Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione Mario Morcone.
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