Le donne, il motore dell'immigrazione
La metà degli immigrati in Italia è donna. Anzi, in Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Liguria e Sardegna le immigrate sono la maggioranza. Sono dati del dossier Caritas/Migrantes resi noti ieri in un convegno promosso dai Cristiano Sociali. Le donne venute in Italia per lavoro sono più numerose di quelle che hanno un permesso per motivi familiari. Le lavoratrici autonome provengono soprattutto da Cina, Romania e Marocco. Le dipendenti (specialmente colf e badanti) da Ucraina, Romania, Filippine
ROMA - La metà degli immigrati in Italia è donna. Anzi, in Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Liguria e Sardegna, e in 42 capoluoghi di provincia distribuiti lungo tutto il territorio nazionale, le immigrate sono addirittura la maggioranza. Sono i dati del dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes resi noti ieri in occasione del convegno ''Donne in cerca di futuro: le donne immigrate a Roma: verso quali percorsi di cittadinanza'', promosso dall'Associazione Cristiano Sociali del Lazio.
In 40 gruppi nazionali presenti in Italia l'incidenza delle donne supera il 70% e in alcuni casi anche l'80%. In 18 gruppi, a prevalente tradizione musulmana, la percentuale delle donne è invece inferiore al 30%. Al 31 dicembre 2005 le immigrate con permesso di soggiorno per motivi di lavoro (46,3%) avevano superato le titolari di permesso di soggiorno per motivi familiari (44,9%).
Le donne venute in Italia per lavoro autonomo provengono da Cina, Romania, Marocco, Nigeria, Albania e Perù, quelle per lavoro dipendente soprattutto da Ucraina, Romania, Filippine, Polonia ed Ecuador. Ad aprile 2007 le immigrate inserite nell'assistenza alle famiglie - il lavoro più praticato dalle straniere - erano 1.300.000 secondo una stima del quotidiano “Il Sole 24 Ore”. A queste si aggiungerebbero poi 1.700.000 irregolari. Le immigrate in Italia per motivi di studio sono il 2,3% e sono concentrate nelle città sedi di prestigiose università. Coloro che giungono per motivi religiosi (1,8%) sono concentrate a Roma.
I movimenti migratori hanno portato anche all'aumento dei matrimoni misti, che ormai sono uno su dieci. Tra il 1994 e il 2004 ne sono stati celebrati 226 mila. Gli italiani preferiscono donne provenienti da aree simili all'Italia sul piano culturale e religioso. Le immigrate divorziate sono il 2,5%, le separate lo 0,4% e le vedove il 2,9%. Le straniere incidono inoltre per il 30% sugli aborti registrati in Italia, mentre le prostitute straniere sarebbero 50 mila.
''E' necessaria - ha detto Franco Pittau, coordinatore del Dossier - una lettura più attenta dell'immigrazione al femminile. La donna si trova a svolgere nei fatti una forte funzione di mediazione fra la cultura di origine e quella di accoglienza, come tra la famiglia e la società ospitante''. Eppure, ha evidenziato il coordinatore del Dossier, ''il livello di integrazione raggiunto dalle immigrate è spesso più basso rispetto a quello degli uomini sul piano lavorativo, economico, familiare, abitativo e relazionale".
"L'immigrazione e l'inserimento lavorativo delle donne immigrate producono tre vantaggi: sostengono il loro percorso di emancipazione, il nostro sistema economico e quello dei Paesi d'origine" ha detto nel corso del convegno il sottosegretario all'Interno, Marcella Lucidi, ricordando il "ruolo strategico che hanno le rimesse degli stranieri nei loro paesi d'origine".
"Le donne - ha aggiunto il sottosegretario - grazie alle rimesse, diventano agente primario nel sostentamento della famiglia lasciata nel paese d'origine e conquistano un ruolo forte, forse anche più forte di quello che avevano nel loro paese. Le rimesse costituiscono un'affermazione del loro valore e per questo l'emigrazione è per loro anche un'occasione di affrancamento da sistemi di valori oppressivi".
(ANSA)
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