Piemonte, 230.000 gli stranieri residenti
Sono 230.000 gli immigrati residenti in Piemonte. Il dato, diffuso dall'Osservatorio regionale, è riferito al 2006 e supera già le previsioni che erano state fatte per il 2012. I tre paesi più rappresentati sono Romania, Marocco e Albania. La popolazione straniera è tendenzialmente giovane e in ottima salute. Gli studenti di cittadinanza non italiana sono 42mila. Ma gli esperti lanciano l'allarme: "In assenza di politiche adeguate, il forte vantaggio di salute sarà annullato dallo svantaggio economico e sociale"
TORINO - Oltre 230 mila persone, pari al 5,3% della popolazione, e in continua crescita: questo il numero degli stranieri residenti in Piemonte all'inizio del 2006. Il dato, diffuso in occasione della presentazione dell'annuale rapporto dell'Osservatorio regionale sull'Immigrazione, ha superato le previsioni che erano state fatte dagli esperti per l'anno 2012. Oltre la metà degli immigrati, 118 mila circa, sono residenti a Torino. Romania, Marocco e Albania, le tre provenienze geografiche più presenti, rappresentano da sole più del 61% dell' intera popolazione straniera. Complessivamente il 53,2% degli immigrati arriva dall'Europa, il 32,8% dall'Africa, il 7,5% dalle Americhe e il 6,5% dall'Asia. La popolazione straniera è tendenzialmente giovane e in buona salute. Gli allievi di cittadinanza non italiana nelle scuole sono oltre 42 mila, pari al 7,56% di tutta la popolazione scolastica piemontese.
L'indagine analizza soprattutto i temi caldi relativi a lavoro, casa, salute e scuola. I primi due non riservano grandi sorprese: i dati confermano l'impressione diffusa che gli uomini siano impiegati principalmente come operai e lavoratori manuali, e le donne come badanti e collaboratrici domestiche. Quasi tre quarti di loro vive in appartamenti di affitto, e meno di un quarto si arrangia con sistemazioni precarie. Ma c'è anche un 10% circa che abita in una casa di proprietà.
La sorpresa maggiore è quella relativa alla salute. Sfatando il luogo comune che vuole gli immigrati importatori di malattie da noi scomparse, la popolazione straniera residente in Piemonte risulta in salute migliore rispetto alla corrispettiva italiana. Gli immigrati sono forti e sani, da una lato perché più giovani, dall'altro perché la scelta di emigrare viene fatta principalmente da chi è in buona salute. Estremamente bassa è l'incidenza di tumori e malattie cardiovascolari. Più elevati invece i traumi, legati a una maggiore esposizione al rischio per la minore sicurezza delle condizioni abitative e di lavoro. L'eccezione è la sfera materno-infantile, dove si registrano maggiori patologie e più ricoveri, sia per la maggiore fertilità delle straniere, sia soprattutto per la scarsa propensione a seguire sotto il profilo medico gravidanza, parto e puerperio.
Anche fra i banchi di scuola c'è qualche sorpresa. L'indagine sottolinea infatti che non c'è una differenza di rendimento fra italiani e stranieri riconducibile alle differenze culturali fra i due gruppi. Numerosi immigrati, arrivati da piccoli o nati in Italia, sono più bravi dei compagni piemontesi. Rendimenti minori si registrano come conseguenze di condizioni sociali inferiori e minore scolarità dei genitori.
Ma le attuali condizioni, avverte il responsabile dell'Osservatorio Enrico Allasino, non sono destinate a permanere per sempre. Se non verranno attivate politiche adeguate, accadrà anche in Italia ciò che è avvenuto nei paesi di immigrazione più vecchia: nell'arco di qualche decennio "il forte vantaggio di salute importato attraverso la selezione dei più sani sarà annullato dallo svantaggio sociale ed economico", e la situazione di ribalterà.
"La Regione Piemonte – ha spiegato l'assessore regionale al Welfare Angela Migliasso - in questa legislatura si è proposta di sviluppare una politica organica per l'immigrazione attraverso la messa a punto di un nuovo Piano regionale integrato dell'Immigrazione per il 2001-2009. La normativa regionale - sottolinea - sarà rivista per dare risposte alle diverse problematiche, dal sociale al lavoro, dall'istruzione alla casa, dalla sanità agli interventi di cooperazione internazionale".
La giunta regionale di Mercedes Bresso, al fine di promuovere gli organismi di rappresentanza e di partecipazione, ha nominato la Consulta Regionale per i problemi dei lavoratori extracomunitari, che si è insediata in gennaio.
(ANSA)
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